Armi, obbligo del certificato medico per chi le detiene

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Scade oggi, 14 settembre, il termine fissato dal Decreto Legislativo 104 del 2018 che prevede, per chi detiene armi in casa, l’obbligo di presentare un certificato medico dal quale deve risultare chiaramente che non è affetto da malattie mentali o problemi che ne diminuiscano, anche temporaneamente, la capacità di intendere e volere.

Una stretta sulle armi a tutela della collettività per evitare che persone con disturbi mentali possano avere a portata di mano armi o strumenti pericolosi.

“L’obbligo – precisa il dirigente della Divisione di Polizia amministrativa di Reggio Emilia, Amedeo Pazzanese – riguarda tutti quei cittadini che, in assenza di licenza di porto d’armi per uso sportivo, caccia o difesa personale, hanno legalmente armi nella propria disponibilità presso il domicilio: devono dimostrare di essere in condizioni psicofisiche idonee per il mantenimento dell’arma”.

Fino al 2013 la legge consentiva di avere armi nella propria abitazione senza necessità di dimostrare le proprie condizioni psicofisiche, nel 2015 la legge 12 stabilì l’obbligo per i detentori di armi di presentare il certificato medico una tantum, mentre nel 2018 con l’entrata in vigore del nuovo dl, si è definita la validità quinquennale del certificato medico ed è stato concesso un anno di tempo per adeguarsi. L’anno scadrà appunto il 14 settembre 2019.

“Occorre precisare – continua Pazzanese – che dall’obbligo sono esentati i titolari di porto d’armi in corso di validità (per caccia, uso sportivo e difesa personale) nonché i collezionisti di armi e chi è già in possesso del certificato medico in corso di validità perché lo ripresenterà alla scadenza”.

Il dl riguarda coloro che si ritrovano in casa armi ereditate e non se ne disfano per motivi affettivi oppure soggetti che non rinnovano la licenza di caccia scaduta ma decidono di conservare l’arma presso la propria abitazione.

Il cittadino si dovrà presentare con il certificato medico a un qualsiasi ufficio locale di pubblica sicurezza. “Chi non provvederà entro la scadenza del 14 settembre riceverà una diffida con l’esortazione a consegnare la documentazione entro sessanta giorni, scaduti i quali si applicherà il ritiro cautelativo delle armi”.

Grazie alla legge si potrà sapere quante persone detengono armi nella loro abitazione ed evitare che possano essere impugnate da chi soffre di squilibrio psichico. “E’ una norma a chiara tutela della collettività” conclude Pazzanese.

Chiara Tassi