Un ristorante all’ultimo piano? Meglio tenere i piedi per terra

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E’ decollato il cantiere per il recupero del Torrione degli Spagnoli e, tra lo stupore generale, i professionisti al lavoro stanno svelando piccole meraviglie rimaste celate per anni. “Chi non ricorda la vernice verde che ricopriva i muri dei locali dell’ex Biblioteca? Una volta rimossa, ai nostri occhi si sono mostrati apparati decorativi di enorme bellezza e pregio. Questo – ha sottolineato il sindaco di Carpi, Alberto Bellelli – è cantiere importante e complesso che costituisce l’ultimo tassello della riqualificazione del nostro patrimonio in centro storico. Il Torrione, che sarà la vetrina delle eccellenze locali nonché simbolo del dinamismo culturale cittadino, diventerà la nuova porta di accesso dell’intero sistema museale”.
L’intervento (per un ammontare di spesa di 6 milioni di euro, di cui “2,5 finanziati dalla Fondazione Crc, sottolinea il presidente Corrado Faglioni) è stato suddiviso in due stralci progettuali. “Il primo lotto – ha spiegato l’ex dirigente Giovanni Gnoli – consiste in opere edili di consolidamento, predisposizioni impiantistiche, recupero delle facciate esterne, installazione dei serramenti e, ancora, descialbatura e lettura delle decorazioni presenti nelle pareti e nei soffitti, i cui lavori sono stati avviati nel dicembre 2018. Il secondo stralcio, in corso di definizione e per il quale si dovrà andare nuovamente a gara, prevede invece le opere di finitura edile, di realizzazione di una scala esterna e di restauro degli apparati decorativi (alla voce restauro è stato destinato 1 milione di euro), oltre a tutti gli impianti di servizio, illuminotecnici e speciali, per consegnare gli spazi alla definizione di arredi e allestimenti. Nel 2021 dovremmo finalmente poter tagliare il nastro inaugurale e restituire così il Torrione alla città. Da qui partirà la visita al Palazzo, con l’opportunità, per la prima volta, di percorrere tutto il complesso da sud a nord, entrando nel Torrione e uscendo nel Cortile d’Onore, completando così definitivamente gli itinerari di visita”. Ma cosa ospiterà questo gioiello vuoto da anni? “Al piano terra – prosegue Gnoli – verrà collocato Incarpi – Centro unico di promozione e informazione e accoglienza turistica mentre la grande sala nella parte nord, la ribattezzata Sala dello Zodiaco, avrà una destinazione flessibile: uno spazio che potrà ospitare circa un centinaio di persone in occasione di conferenze, incontri pubblici, celebrazioni… I due piani intermedi, primo e secondo, invece, non avranno allestimenti permanenti, poiché sono destinati a diventare luoghi di visita per lo straordinario patrimonio artistico che sta emergendo (ndr – la Sala della Volpe è una chicca da non lasciarsi sfuggire). Spazi di pregio che potranno ospitare esposizioni temporanee e aperti al mondo dell’economia e dell’impresa del territorio”. Sulle possibili destinazioni d’uso dell’ultimo piano del Torrione sono stati spesi fiumi di inchiostro, a partire dall’idea di collocarvi un ristorante o una caffetteria panoramici. La vista in effetti toglie il respiro ma, conclude il pragmatico Gnoli, “restiamo coi piedi per terra. Il progetto prevede che i locali possano essere utilizzati per ospitare catering ed eventi legati al food ma la destinazione d’uso non sarà esplicitata specificatamente. Forse portare lassù un’attività commerciale non è una grande idea…”. In realtà l’idea, per nulla nuova ma non per questo da scartare, ha il suo fascino. Al momento, però, ci accontenteremmo di guardare la Piazza da un’altra angolazione: seduti ai tavolini del Caffè del teatro, ancora tristemente abbandonato al suo destino. Ma questa è un’altra storia.
Jessica Bianchi

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