Ritrovare il benessere nell’orto

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Il viso baciato dal sole, le mani che affondano nella terra, assistere al miracolo della crescita secondo il ritmo delle stagioni… stare a contatto con la Natura fa bene al cuore e alla mente. Coltivare la terra rappresenta un vero e proprio toccasana non solo perché permette di avere sempre a disposizione deliziose verdure di stagione ma, soprattutto, perché un orto è vivo, pulsante. Prendersene cura, recuperando un antico sapere e facendo proprie le radici contadine della nostra terra, è una sfida tanto affascinante quanto coinvolgente.

Tra pianticelle e semi si ritrova il buonumore, il piacere della condivisione e un generale senso di appagamento. Ed è proprio da tali premesse che è nato il progetto Coltivare e cucinare in solidarietà, ideato da sei associazioni: Ushac, Aldilà del Muro, Sopra le Righe Dentro l’autismo, Gruppo genitori figli con Handicap di Soliera, Alice onlus e Acat Carpi e Mirandola. Realtà che, da anni, si prefiggono un unico obiettivo: sostenere i più fragili, per evitare fenomeni di marginalità sociale e solitudine. “Ci siamo uniti – spiega Carlo Alberto Fontanesi di Ushac – per presentare alla Regione Emilia Romagna un progetto comune, di area vasta, per tentare così di promuovere azioni maggiormente efficaci e di rete”. Dalla preparazione del campo alla semina, dalla conoscenza delle proprietà nutrizionali degli alimenti alla loro raccolta, alla cucina. Coltivare e cucinare in solidarietà è questo e molto altro ancora. Gli scopi dell’intervento, infatti, sono molteplici: “dal sostegno all’inclusione sociale di bimbi e adulti con disabilità e non autosufficienti, al contrasto dell’esclusione sociale. E, ancora, – prosegue Fontanesi – desideriamo instillare e rafforzare nei partecipanti il tema della cittadinanza attiva e, al contempo, generare forme di welfare di comunità”. Il progetto, che ha incassato il beneplacito della Regione e decollerà a breve, coinvolgerà “persone aderenti alle nostre associazioni ma potrà essere esteso anche ad altri. La nostra speranza è che tutto questo universo di fragili, dai ragazzi autistici agli adulti con trascorsi di alcolismo, dai disabili alle persone affette da disturbi mentali o con un passato funestato da un ictus, possa trarre giovamento dai laboratori di orticoltura e cucina, sperimentando sulla propria pelle benefici importanti come il recupero di abilità personali, autostima e maggiore autonomia, oltre a tessere relazioni significative, grazie alla condivisione di momenti piacevoli e costruttivi”. Le sedi dei laboratori saranno tre: il primo, prettamente rivolto ai più giovani, si terrà a Rovereto sul Secchia dove, presso la Polisportiva Roveretana verrà realizzato un orto su una striscia di terreno posta a est del campo da calcio, mentre si cucinerà e si mangerà nel fabbricato annesso e dedicato a riunioni e attività sociali.

A Soliera la base operativa sarà quella del Centro Polivalente Accanto, gestito dall’associazione Gruppo genitori figli con handicap; e, infine, a Carpi l’orto sorgerà nell’area esterna del Circolo Loris Guerzoni e, aggiunge Fontanesi, “sarà verticale, all’interno di casse di legno, per consentire anche a chi è costretto su una sedia a rotelle di lavorare la terra”. Il circolo metterà poi a disposizione la sua cucina attrezzata per trasformare i prodotti a chilometro zero in piatti succulenti “da gustare insieme, ovviamente”, sorride Carlo Alberto Fontanesi.

Jessica Bianchi

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