La cultura abita a Soliera

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Che cosa si sono messi in testa, a Soliera? Forse di diventare uno dei poli principali dell’arte e della cultura contemporanee in provincia di Modena? Se il buongiorno si vede dal mattino, con questa Intra moenia, la mostra che coincide con la riapertura completa e destinazione a spazio espositivo del piano primo del Castello Campori, i promotori – Comune, in collaborazione con la Diocesi e il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi – hanno  deciso di regalare al territorio davvero un piacevole risveglio. Inaugurerà sabato 6 ottobre, alle 18, l’esposizione che, realizzata con cura e passione dal curatore Lorenzo Respi, ospita circa ottanta tra dipinti, sculture, installazioni, disegni, grafiche e fotografie che rappresentano i gusti e le peculiarità di due generazioni di collezionisti della Famiglia Cattelani, prima con i genitori, Carlo e Afra, poi i figli Fabio, Laura, Tiberio, Annalisa e Annarita. Sessantasei gli artisti esposti, in una perfetta sintesi di alcuni dei nomi più importanti dell’arte contemporanea, da Francis Bacon a Karin Andersen, passando per Sol Lewitt, Hermann Nitsch, Yoko Ono, Man Ray, Mario Schifano, Günter Brus, sino ad arrivare a Luigi Ontani e Gilbert & George. Anche tre modenesi, Barbara Giorgis, Franco Vaccari e Giuseppe Chiari.  La mostra, oltre a rappresentare lo sviluppo dei collezionisti che hanno collaborato con entusiasmo alla realizzazione – tanto che Tiberio Catelani l’ha definita: “Una scelta coraggiosa, se pensate che a Modena, una mostra così, non l’hanno mai fatta” – segue il filo rosso di un’interrogazione sul sacro, realizzata con gli strumenti dell’arte e secondo l’inclinazione dei vari autori. Non per nulla, infatti, una parte distaccata dell’esposizione sarà ospitata dalla Chiesa di San Pietro in Vincoli, a Limidi, con opere esibite a rotazione in linea con il calendario liturgico e il programma della parrocchia. Un dato per nulla scontato, che si deve al coinvolgimento, sin dall’inizio, di Don Antonio Dotti, il quale farà riferimento, durante le omelie, all’opera di volta in volta esposta, in un dialogo davvero innovativo tra sacro e profano. 

Opere d’arte, quelle esposte a Limidi, scelte ancora una volta dal curatore in assonanza con il calendario delle celebrazioni liturgiche: “il 14 ottobre, per esempio, sarà mostrata un’opera di Hermann Nitsch che celebra, attraverso una tiara insanguinata, l’assassinio del vescovo Romero, mentre in Castello avremo un lavoro dello stesso autore che omaggia Don Pino Puglisi”. Una sala della mostra è invece stata allestita a misura di bambino, con le opere all’altezza di 70/80 centimetri dal suolo e tutte concepite per consentire ai giovani visitatori di interagire, sia manipolandole che attraverso un tablet che spiegherà, in un linguaggio per loro comprensibile, che tipo di creazione si trovano davanti. A corredo dell’esposizione, che resterà visitabile sino al 13 gennaio e sarà aperta nel weekend e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20, anche laboratori e, naturalmente, visite guidate. Non ultimo, l’ingresso è gratuito. 

Indubbiamente un bel risultato, che testimonia una vivacità culturale nient’affatto scontata per una cittadina delle dimensioni di Soliera. Effervescenza che traspare dalle parole soddisfatte con le quali Intra moenia è stata presentata dal sindaco Roberto Solomita: “la scintilla di questo progetto nasce circa due anni fa da una suggestione dell’artista carpigiano Adolfo Lugli e dalla collaborazione con la Diocesi e il Parroco di Limidi che ringrazio sinceramente. Questo nuovo spazio del Castello si inserisce nel sistema della cultura solierese, i cui altri poli sono Habitat, il Cinema Teatro Italia e Il Mulino, ognuno con specificità e pubblici di riferimento propri, ma tutti con l’ambizione di portare avanti, da versanti differenti, una riflessione e  un’indagine sul contemporaneo. Abbiamo l’ambizione che quella del 6 ottobre sarà la prima di una serie di mostre”. Non c’è che dire: a Soliera hanno fatto davvero un buon lavoro. 

Marcello Marchesini

 

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