Nessuna famiglia verrà lasciata sola

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“Nessuna famiglia verrà lasciata sola”. Queste le prime parole del sindaco Alberto Bellelli nel presentare i sei percorsi di integrazione socio-sanitaria – messi a punto nei quattro comuni dell’Unione delle Terre d’Argine da Azienda Usl di Modena, Unione Terre d’Argine e Azienda di servizi alla persona – nati per rispondere in modo differenziato, flessibile e tempestivo ai bisogni delle persone più fragili quando la loro vulnerabilità si acuisce compromettendo l’equilibrio dell’intero nucleo familiare. A fronte di una popolazione che “invecchia e i cui bisogni diventano sempre più complessi, la fisionomia dei servizi socio – sanitari deve mutare insieme al contesto. Da tempo ci interrogavamo sul tema delle dimissioni protette: come gestire il post ricovero di persone anziane o disabili che, in seguito a una caduta o a un ictus, hanno perso – in parte o completamente – la propria autosufficienza? Come aiutare le famiglie a gestire questo imprevisto e traumatico cambiamento? In una logica di universalità e gratuità abbiamo quindi deciso di riorganizzare e modernizzare le risorse in campo, approntando soluzioni personalizzate e attivabili in tempi rapidi, attingendo dai due fondi – nazionale e regionale – per la non autosufficienza”. L’obiettivo è duplice: “dare alle famiglie il tempo necessario per riorganizzarsi – prosegue il primo cittadino – e far sì che l’ospedale si concentri sempre più sugli acuti. Un’ottimizzazione che dovrebbe favorire un innalzamento anche nella qualità delle prestazioni erogate dal nostro Ramazzini”.  Tale riorganizzazione, del tutto innovativa in provincia di Modena, ha un carattere sperimentale: “ci siamo dati un anno di tempo per raccogliere dati e verificarne l’efficacia. Se i risultati ci daranno ragione questi sei percorsi diventeranno durevoli”, conclude Bellelli.
Le sei proposte spaziano dal sostegno ai caregiver – familiari o badanti – attraverso l’invio, gratuito e per un periodo di tempo pari a un mese, di un OSS – Operatore Socio-Sanitario al domicilio per far fronte, ad esempio, alle necessità igieniche della persona le cui condizioni sono peggiorate a causa di una caduta o di una malattia, all’accesso rapido e temporaneo in un Centro Diurno (il primo mese in modo gratuito il secondo sostenendo la spesa della retta) per le persone che riescono a camminare ma la cui autosufficienza si è ridotta e pertanto necessitano di una supervisione. Previsti anche ricoveri temporanei gratuiti presso le strutture residenziali e assistenziali presenti sul territorio, fino a trenta giorni, per motivi sociali o per consentire il recupero delle capacità motorie e funzionali (a seguito, ad esempio, di fratture, inserimento di protesi o esiti di ictus).
Un’attenzione specifica è infine stata dedicata alle persone affette da demenza con disturbi del comportamento non gestibili al domicilio, a cui viene offerta la possibilità di un inserimento, fino a due mesi, nei Nuclei Alzheimer del territorio (perlopiù a Mirandola) per ridurre e contenere i sintomi e identificare la terapia migliore. “Tali percorsi sono attivi da circa un mese  – spiega Stefania Ascari, direttrice del Distretto sanitario di Carpi – e i risultati ottenuti sono già significativi. 38 le persone che ne hanno usufruito: 21 di loro sono rientrati a casa e si avvalgono dell’aiuto di un OSS, 5 stanno frequentando i centri diurni, 8 hanno avuto accesso ai percorsi riabilitativi e 4 sono stati temporaneamente ricoverati. Il nostro obiettivo è quello di traghettare le famiglie nella rete dei servizi a loro disposizione, offrendo risposte in tempi rapidi e accompagnandole sul medio e lungo periodo”.
Fondamentale, per fare da ponte tra le famiglie e i servizi, il ruolo del PUASS – Punto Unico di Accesso Socio-Sanitario, i cui operatori – “incrementati per gestire il maggior numero di utenti”, puntualizza la dottoressa Ascari – valutano i casi, soprattutto in ospedale durante le dimissioni protette, e assicurano la presa in carico globale e tempestiva attraverso un progetto individualizzato, mentre l’Asp Terre d’Argine, aggiunge la direttrice Alessandra Cavazzoni, “coordina l’accesso ai servizi”. “Nell’approntare questa riorganizzazione – sottolinea Bianca Caruso, direttrice sanitaria dell’Ausl di Modena – abbiamo capovolto il paradigma: anziché dall’offerta, siamo partiti dai bisogni, adottando così nuovi modelli di lavoro e di organizzazione. Oggi il confine tra malattia e bisogno è labile e tale vulnerabilità socio – sanitaria esige risposte complesse. Create ad hoc. Ogni fragile ha esigenze precise e necessita di essere inserito nel canale più adatto, in modo differenziato e tempestivo”. Insomma, una nuova “visione di welfare. Proposte flessibili, multiprofessionali e personalizzate che rispondono al diritto di cura di ciascuno, all’interno di una comunità che diventa così, nel suo insieme, curante”, ha concluso Cinzia Zanoli, direttrice socio- sanitaria dell’Ausl di Modena.
Jessica Bianchi

 

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