Vi prego, qualcuno ci aiuti a trovare un alloggio caldo

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“Vi prego, qualcuno ci aiuti a trovare un alloggio caldo”. E’ questo l’accorato appello lanciato da Giorgio Raponi e dalla moglie Sergiana. La coppia ha alle spalle una vita difficile: “nel 2012 il terremoto ha messo in ginocchio la nostra casa di Rovereto e io ho avuto il mio terzo infarto. E’ stato l’inizio della fine. Il mio lavoro di lattoniere – racconta Giorgio – era diventato troppo pesante per i miei problemi cardiaci e i cantieri erano bloccati a causa del sisma”. Fu allora che Sergiana, brasiliana, decise di scrivere una mail a una nota trasmissione televisiva per chiedere un aiuto nel costruire un’abitazione nel suo paese natale: “sarebbe stato meglio non farlo”, scuotono la testa i due. La coppia vola in Brasile dove la produzione televisiva erige una casa su un terreno di proprietà della madre di Sergiana. “Eravamo felici ma dopo otto mesi mia madre – sottolinea Sergiana – ci ha sbattuti fuori rivendicando illegittimamente la proprietà dell’edificio. Dopo è stato un inferno. Ci siamo ritrovati con una figlia minorenne per le strade di Fortaleza, una delle città più pericolose al mondo. Abbiamo tentato le vie legali e per pagare un processo durato quattro anni abbiamo venduto tutto ciò che possedevamo di valore: oro, orologi…”. Ad aiutare la coppia anche il consolato italiano: “io – spiega Giorgio – sono invalido a causa dei quattro infarti subiti mentre mia moglie, a causa di un vecchio intervento e una placca in un braccio fatica a trovare un impiego, inoltre anche in Brasile la crisi si fa sentire”.
Nonostante abbia vinto la causa, la coppia, insieme alla figlia tredicenne, dopo cinque anni è rientrata a Carpi il 28 settembre: “mia suocera ha fatto ricorso e noi non potevano più vivere in una favela quindi abbiamo affidato la procura a un amico e, per il bene di nostra figlia, siamo ritornati ma non sappiamo dove sbattere la testa”, dichiara Giorgio. Il Consolato italiano a causa dello stato di “estrema indigenza” della famiglia, come si legge nei documenti, ha pagato loro i biglietti del rimpatrio, dopo che una conoscente carpigiana aveva garantito di ospitarli provvedendo a una sistemazione. La famiglia dal 28 settembre vive in “una stanza, senza cucina, né riscaldamento e gás e per il bagno dobbiamo andare in un garage dove c’è solo acqua fredda.E ora la proprietaria ci chiede l’immediata liberazione dell’alloggio. Non sappiamo più che fare”. Sinora la coppia ha ricevuto piccoli gesti di solidarietà da parte di vari carpigiani: “persone generose che ci hanno donato abiti, qualche soldo… ma noi siamo disperati. Abbiamo bisogno di una casa e dopo aver bussato a ogni porta siamo davvero frustrati. Dove siamo ora non abbiamo nemmeno un tavolo, ogni pomeriggio porto mia figlia a fare i compiti in un centro di promozione sociale… non possiamo continuare a vivere così”, prosegue Giorgio. “Noi stiamo lottando per lei, per tenere unita la nostra famiglia”, aggiunge Sergiana. La coppia si è rivolta alle parrocchie, a Porta Aperta e al Comune di Carpi: “le assistenti sociali ci hanno dato 300 euro e dei buoni pasto". I Servizi Sociali si stanno inoltre facendo carico di un figlio disabile e dell’ex moglie di Raponi: entrambi dal 2012 si trovano infatti in due strutture fuori Carpi. "Abbiamo compilato la domanda per accedere a un alloggio di edilizia pubblica ma noi abbiamo un punteggio basso perché non siamo in affitto. Ci hanno detto che se troviamo un alloggio in locazione ci aiutano con la caparra ma chi è disposto a farci un contratto? Non abbiamo nulla, non possiamo lavorare. Siamo davvero disperati. Non chiediamo molto: soltanto una stanza calda per noi e per nostra figlia. Vi prego, qualcuno ci aiuti”.
Jessica Bianchi

 

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