L’obbligo di vaccinare i bimbi per iscriverli al nido è legge

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Approvata nel pomeriggio di oggi la nuova legge regionale sui servizi educativi per la prima infanzia 0 – 3 anni. “Rivediamo, rendendola più flessibile per rispondere alle esigenze delle famiglie, l’organizzazione dei servizi e le regole per l’accreditamento e la formazione del personale. L’intento primario – spiegano i consiglieri regionali PD Boschini, Campedelli, Sabattini e Serri – è quello di consolidare la rete integrata pubblico-privata dei servizi, mantenendo sempre al centro il bambino e i suoi bisogni pedagogici e relazionali e continuando ad investire sulla formazione e l’organizzazione per avere standard qualitativi sempre all’altezza. La novità più importante e dibattuta è senza dubbio quella dell’introduzione dell’obbligo delle vaccinazioni contro poliomielite, difterite, tetano ed epatite B per accedere a tutti i servizi educativi e ricreativi della Regione, siano essi pubblici o privati. Per primi in Italia introduciamo l’obbligo delle vaccinazioni per l’accesso alle strutture. Un gesto sicuramente inedito come inedito è il drastico calo delle coperture vaccinali che si registrano in tutto il Paese e che stanno comportando l’insorgere di episodi clinici spesso drammatici. L’Emilia-Romagna ha avuto il merito di portare questo tema al centro del dibattito nazionale, che anche in questi giorni è tornato alla ribalta delle cronache dopo l’allarme, lanciato nei giorni scorsi dal Presidente dell’Istituto Superiore della Sanità, sulla possibilità che anche in Italia possano verificarsi casi di poliomielite e difterite. Come legislatori, – concludono i consiglieri regionali modenesi – non possiamo restare indifferenti, ben consapevoli che il calo delle coperture vaccinali sta mettendo in pericolo il benessere e la salute delle nostre comunità”.
Vaccini: entro un mese le regole attuative. C’è tempo fino a maggio-giugno 2017 per mettersi in regola
Oggi in Italia l’obbligo riguarda 4 vaccinazioni, e precisamente contro la poliomielite, la difterite, il tetano e l’epatite B. Per preservare lo stato di salute “sia del minore sia della collettività” con cui il minore stesso viene a contatto, “costituisce requisito di accesso ai servizi educativi e ricreativi pubblici e privati l’avere assolto gli obblighi vaccinali prescritti dalla normativa vigente”. E’ quanto sancisce l’articolo 6, comma 2, della nuova legge regionale dell’Emilia-Romagna, specificando che, ai fini dell’accesso, la vaccinazione deve essere omessa e differita solo in caso di pericoli concreti accertati per il bimbo, “in relazione a specifiche condizioni cliniche”. Entro un mese dall’entrata in vigore della legge la Giunta regionale, attraverso un provvedimento apposito, specificherà “le forme concrete di attuazione” del comma sui vaccini. Per l’accesso al nido, i genitori dei bimbi non ancora vaccinati avranno tempo per presentare il certificato di avvenuta vaccinazione fino a quando non sarà accettata la domanda d’iscrizione (maggio-giugno 2017, data che varia a seconda del Comune di appartenenza). Parallelamente, la Regione si impegna a rafforzare azioni, interventi di comunicazione e informazione sull’importanza delle vaccinazioni.
Tale requisito d’accesso per i nidi è appunto stato introdotto perché i bimbi che frequentano delle comunità hanno un maggior rischio di contrarre malattie infettive, rischio che aumenta notevolmente in presenza di basse coperture vaccinali, dal momento che virus e batteri circolano maggiormente. Dunque, è importante vaccinare per proteggere tutti i bambini (in forza della cosiddetta “immunità di gregge”, o herd immunity), a maggior ragione i più deboli (immunodepressi, con gravi patologie croniche, affetti da tumori): per loro l’unica possibilità di frequentare la collettività è che tutti gli altri siano vaccinati.
La riforma dei servizi educativi per la fascia da zero a tre anni
Nella legge si ridefinisce il sistema educativo integrato dei servizi per la prima infanzia, flessibile e diversificato, con al centro il nido classico, con orari part-time e tempo lungo, inteso come principale servizio educativo con la doppia funzione formativa e di cura per i bambini e di sostegno delle famiglie. Intorno al nido, una rete di servizi più flessibili (sperimentali, domiciliari, integrativi, spazi genitori-bambini) e più diversificati nelle proprie modalità organizzative per andare incontro a nuovi bisogni e alle scelte educative delle famiglie. Il provvedimento riafferma la responsabilità degli Enti pubblici, nelle loro funzioni di controllo e regolazione dei servizi educativi, per avere elementi minimi comuni rispetto alla qualità pedagogica, alla tutela sanitaria, alle modalità di accesso e ai criteri di contribuzione, e introduce:
– processi di valutazione della qualità dei servizi e la valorizzazione del ruolo dei coordinamenti pedagogici territoriali, ora collocati presso i Comuni capoluogo;
– formazione del personale, ancor più importante per coloro che esercitano professioni di grande responsabilità dovendo interagire con i bambini;
– semplificazione e accelerazione delle procedure per l'assegnazione dei finanziamenti regionali ai servizi;
– riferimento alla legge 107/2015, che inserisce i servizi 0/3 a tutti gli effetti all'interno del percorso di istruzione: questo significa valorizzare dell'esperienza dei servizi educativi e rafforzare i collegamenti con le scuole dell'infanzia;
– accreditamento dei servizi. Già previsto dalla legge del 2000 e mai realizzato, diventa ora condizione essenziale per poter usufruire dei finanziamenti regionali da parte di chi gestisce servizi privati. Fulcro dell'accreditamento, concesso dal Comune, è la valutazione della qualità del servizio in base a una serie di requisiti che verranno esplicitati nella direttiva sull'accreditamento quali il progetto pedagogico, la presenza del coordinatore pedagogico e l'adozione di strumenti di auto-valutazione del servizio oltre a un adeguato numero di ore di formazione del personale.
 

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