Qualità in classe

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Si è tenuta nei giorni scorsi presso la sede bolognese di Aeca la presentazione del progetto QualitàInClasse, che vede tra gli enti promotori il Centro di Formazione professionale Nazareno di Carpi. A spiegare la filosofia e i principi del progetto,  è stato Andrea Biondi, direttore di Aeca: “l’ingrediente principale della nostra ricetta è l’eredità della Carta di Milano realizzata durante Expo. Documento che abbiamo vissuto non come un manifesto di un evento commerciale, ma come presa di coscienza di un sistema di valori. Valori che insieme ai nostri Centri abbiamo deciso di sposare, sottoscrivere, trasmettere agli oltre 600 ragazzi che a partire dal prossimo 15 settembre inizieranno i corsi”. Presenti all’incontro anche i rappresentanti di Pastificio Andalini, Caseificio Razionale Novese, Consorzio dei Produttori dell’Aglio di Voghiera, Acetaia Cremonini, Italia Zuccheri, Molini Industriali, Parmareggio, solo alcuni dei partner del mondo agroalimentare emiliano-romagnolo che hanno deciso di partecipare fattivamente al processo formativo. “Questa è la grande novità – specifica l’assessore regionale Patrizio Bianchi – dei nostri corsi: stabilire una relazione forte e reale con chi le eccellenze del territorio le produce. Puntiamo a insegnare la sostenibilità del cibo, ma anche a valorizzare i prodotti di qualità. Il nostro sarà un sistema duale reale: i ragazzi toccheranno con mano l’organizzazione aziendale, e lavoreranno in classe su prodotti di largo uso realizzati da generazioni secondo determinati criteri. D’altronde chi utilizza risorse pubbliche non ha soltanto la responsabilità di spendere in modo corretto, ma deve anche metterci del valore aggiunto”. Sinora le aziende partner del progetto sono 12. “Sono il nostro motore – spiega il presidente Aeca Emilio Sabattini – ma non si tratta di una setta chiusa; anzi, auspichiamo che altre espressioni dell’impresa agroalimentare regionale si uniscano al progetto. Finora abbiamo cercato di coinvolgere imprenditori che realizzano prodotti fondamentali per la ristorazione e prodotti tipici”. “Vogliamo permettere agli allievi di diventare professionisti in grado di entrare direttamente nel mondo del lavoro. Molta attenzione – ha aggiunto il direttore del Nazareno, Luca Franchini – verrà riservata anche alla qualità e all’aggiornamento di insegnanti e formatori. Riconosciamo l’importanza dell’alta cucina, tanto da aver istituito una cabina di monitoraggio che coinvolge Slow Food e grandi chef e, al tempo stesso, il nostro obiettivo è quello di insegnare la cultura del cibo sano, aldilà delle mode”. Attori protagonisti di questo ambizioso progetto di sinergia saranno da un lato le aziende partner, che hanno espresso la propria piena disponibilità a collaborare e confrontarsi con i formatori: i corsi devono essere un mezzo per mandare i messaggi giusti ai ragazzi, agli operatori del settore, ai consumatori, rompendo alcuni preoccupanti stereotipi sul cibo. D’altro lato quattro Centri di Formazione (Cefal, Nazareno, Fomal, Cesta), che hanno un obiettivo chiaro: sviluppare un processo educativo a 360°, portare i ragazzi nelle imprese, stimolarli mettendoli a contatto diretto con grandi e piccole storie industriali. Un progetto per i giovani, che parla ai giovani, come dimostra la sua anima social: sito internet e pagina facebook, per aggiornare sempre in tempo reale tutti gli interessati ai corsi. 

 

 

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