Con lo “sceriffo” in Piazza Garibaldi

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Dopo i due straordinari appuntamenti con Mauro Corona e Fabio Genovesi, prosegue la rassegna di incontri Ne Vale La Pena che, lunedì 20 luglio, in Piazza Garibaldi, alle 21.15, ospiterà il grande campione del ciclismo Francesco Moser. “Lo sceriffo” presenterà il suo libro autobiografico, Ho osato vincere, scritto con Davide Mosca ed edito da Mondadori. In questa biografia il campione ripercorre la propria carriera dagli esordi, sulle orme dei fratelli maggiori Aldo, Enzo e Diego, sino ai grandi successi alla Roubaix, ai Mondiali, al Giro d’Italia, concludendo con il racconto della vita lontano dalle corse. Francesco Moser è l’italiano che vanta il maggior numero di vittorie nella storia del ciclismo. Meglio di lui hanno fatto soltanto Van Looy e Mercks. Forse però, più ancora delle sue vittorie, sono state le sue sconfitte a farlo diventare uno degli sportivi più amati di ogni tempo. Vinse un giro d’Italia, e per altre cinque volte andò sul podio. Trionfò alla Milano-Sanremo dopo undici tentativi. Vinse un mondiale e, in un paio di occasioni, lo perse per un manciata di centimetri portando a casa due argenti. Vinse tre Parigi Roubaix di fila e altre due volte finì secondo. E a trentatrè anni a Città del Messico stabilì il record dell’ora. Nato da una numerosa famiglia contadina, si dedicò sin da piccolo alla campagna. Un giorno però saltò dal trattore alla bicicletta e non scese più. Durante la sua infinita carriera lo diedero per finito spesso, ma ogni volta seppe rialzarsi e tornare più grande di prima. E’ l’uomo dei primati. Non solo per i tre record dell’ora: in altura, al livello del mare e al coperto. Fu un innovatore su tutti i fronti. Portò il ciclismo contadino dell’epoca nel futuro. Fu il primo a usare le ruote lenticolari, gli occhiali antivento, le ripetute in salita, e tanti altri particolari tecnici e fisici che poi tutti copiarono. Dopo Coppi e Bartali, nessuno come lui ha saputo catturare l’amore delle persone, che nel fiero e verace corridore si rispecchiavano. Primo ciclista ad avere club dedicati a lui, a un certo punto vantava più tifosi della maggior parte di squadre di calcio.
Francesco Moser è riuscito a entrare nell’immaginario collettivo oltre che per l’indubbio talento, anche grazie alla sua schiettezza, semplicità d’animo e all’impegno, che ha sempre profuso nelle competizioni cui ha partecipato.
Alla diplomazia, ha sempre preferito il linguaggio sincero e diretto per arrivare al cuore degli argomenti e, col tempo, non ha certamente perso questa prerogativa.
A ventisette anni dal ritiro e pur avendo già passato la sessantina, non è ancora sceso dalla sella. Francesco è in piena forma, pedala ancora con entusiasmo, emozionandosi come quando vinceva sulle strade di tutta Europa. Per Francesco Moser non è mai stato sufficiente il detto “basta partecipare”; la sua filosofia di vita è “bisogna essere protagonisti per entrare nel cuore della gente, non ho mai corso al risparmio”.
P.Sen.
 

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