A scuola di Primo Soccorso

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L’anno scolastico è terminato ma gli insegnanti dell’Istituto Comprensivo Carpi 3 sono tornati in classe: non per fare lezione ma per partecipare al corso di Pronto Soccorso previsto dalla formazione obbligatoria. In ogni plesso deve, infatti, essere presente una squadra di emergenza formata da docenti che abbiano frequentato il corso di primo soccorso. “Grazie alla disponibilità dello staff del reparto di Pronto Soccorso dell’Ospedale di Carpi, diretto dal dottor Carlo Tassi – spiega la responsabile Anna Maria Seroni insegnante alle Don Milani – è possibile organizzare il corso perché la scuola non ha risorse sufficienti da destinarvi. Medici e infermieri si sono resi disponibili a titolo gratuito e a loro va il nostro grazie”.  In aula si sono presentati il dottor Alame Mouin Ragheb, l’infermiere Michele Loffredo e l’infermiera Serena Borlacchini per lezioni teoriche e pratiche sulle patologie mediche che si possono presentare più frequentemente in classe (ostruzione delle vie aeree, arresto cardio respiratorio, crisi epilettica) e sulle patologie traumatiche, (dall’escoriazione per una caduta al trauma cranico). “Gli insegnanti riportano le loro esperienze per cercare di capire se hanno adottato un comportamento corretto e cercano di prepararsi al meglio per le evenienze più gravi perché il loro primo soccorso in questi casi è davvero fondamentale”.
Uno svenimento può comportare una brutta caduta con trauma cranico, un pezzo di gomma che finisce in bocca richiede un tempestivo intervento di disostruzione delle vie aeree, per una ferita da taglio si può non richiedere l’intervento del 118. “E’ fondamentale – spiega il dottor Ragheb – che sia richiesto l’intervento del Pronto Soccorso solo quando necessario perché altrimenti si rischia di far perdere tempo inutilmente agli operatori sanitari e gli insegnanti della squadra di primo intervento devono essere in grado di mantenere sangue freddo e spiegare al telefono le caratteristiche dell’episodio che si sono ritrovati ad affrontare”.
“Valutazione – azione” continua a ripetere come un mantra l’infermiera Serena Borlacchini affinchè gli insegnanti imparino, ripetendo più volte l’esercizio pratico con il manichino, come intervenire nel caso di una rianimazione cardiopolmonare. “Abbiamo insegnato loro cosa fare – spiega Serena – e cosa non devono assolutamente fare quando si ritrovano ad affrontare un’emergenza in una situazione particolarmente concitata. Si tratta di informazioni di base di cui tutti dovrebbero essere a conoscenza: tutti dovrebbero saper fare una rianimazione cardiocircolatoria”. Bastano dieci minuti di arresto cardiocircolatorio perchè un paziente viva per il resto della sua vita in stato comatoso.
S.G.
 

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