La storia di Francesco: calciatore con le stampelle

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Diceva Wolfang Von Goethe: Qualsiasi cosa fai o sogni di fare, comincia a farla perché nell’audacia c’è genio, potere e magia. E’ partendo da questo assunto del grande filosofo, scrittore e poeta tedesco che Francesco Messori, di appena 14 anni, studente correggese, privo della gamba destra dalla nascita, si è dedicato al calcio in una squadra del CSI e, senza mai scoraggiarsi  o darsi per vinto, ha cominciato a giocare con ragazzi normodotati e quindi con altri nelle sue stesse condizioni fisiche, fino ad arrivare, per talento e volontà, nella squadra nazionale italiana. Lo scorso 27 novembre Francesco Messori è partito in volo per il Messico con gli altri componenti  della Nazionale Italiana Calciatori Amputati per partecipare ai Campionati del mondo. Ventiquattro le nazionali presenti  a Culiacan per contendersi il titolo mondiale ora detenuto dalla squadra dell’Uzbekistan. Gli avversari di Francesco sono giovani atleti  amputati provenienti da tutto il mondo, Argentina, Brasile, Stati Uniti, Inghilterra, Russia… Studente all’Istituto tecnico linguistico, figlio unico dei coniugi Messori, il padre impiegato a Reggio Emilia e la madre tecnico ambulatoriale al policlinico di Modena, con gli zii carpigiani, tra cui zia Nuccia Andreoli che trepida per il nipote di cui è divenuta strenua sostenitrice, Francesco è iscritto al Gruppo sportivo Virtus di Correggio e da due anni è componente della squadra azzurra (che ha la sede nazionale  a Cremona) di cui è centravanti. “Tutto è cominciato nel 2011 – racconta Francesco – quando mi sono detto che, nonostante la mia menomazione, avrei voluto giocare a calcio, la mia grande passione e così ho cominciato ad allenarmi con la squadra della Virtus di Mandrio, accettato e accolto affettuosamente dai miei coetanei normodotati”.
Come sei entrato in Nazionale?
“Grazie al Csi è stato creato un primo nucleo di calciatori amputati tesserati di tutt’Italia, abbiamo cominciato a trovarci sul campo di calcio di Cremona, dove ha sede la nostra Federazione e, da allora, abbiamo iniziato a giocare, a fare un ritiro di due giorni ogni mese in diverse località, italiane. Ora la squadra dei calciatori amputati del Csi è aderente alla Federazione internazionale e abbiamo già disputato tornei  in Francia, in Germania e in Polonia. Questo è il primo Campionato del mondo cui partecipa l’Italia e mi auguro che alle prossime Olimpiadi di Tokio il calcio con le stampelle diventi Sport paralimpico a tutti gli effetti”.
Dell’avventura di Francesco  Messori si è occupata anche la Rai che ha inviato a Correggio una propria troupe appunto in vista dei Campionati del mondo.
Di quanti calciatori è composta una squadra e quanto dura una vostra partita?
“Le squadre sono composte di sette giocatori e i due tempi durano 25 minuti l’uno. Le regole sono quelle del calcio classico”.
Cos’è che ti spinge e ti sprona a giocare al calcio?
“La passione per il calcio e poi la grande volontà di riuscire, di dimostrare anche a me stesso che,  pur con una menomazione così importante, riesco a raggiungere un  traguardo di rilievo perchè per me vale il motto secondo cui Nella vita vale chi è con te sulla strada che fai tu”.
Non resta che apprezzare le motivazioni e la grande forza d’animo e di volontà di questo ragazzo che, invece di avvilirsi, di chiudersi in se stesso e piangersi addosso, ha fatto di tutto per riunire attorno a sé altri coetanei nelle sue stesse condizioni e raggiungere l’obiettivo di formare una riconosciuta e apprezzata squadra nazionale di calcio che va a misurarsi con altre formate da giovani di tutto il mondo con la stessa menomazione.
Cesare Pradella
 

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