Pidocchi: non perdere la testa!

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“Sia chiaro: a scuola non si prendono i pidocchi. Si portano”. E’ lapidaria la dottoressa Ornella Biagioni, responsabile della Pediatria di Comunità del Distretto di Carpi.  A poche settimane dall’inizio dell’anno scolastico, nelle scuole cittadine torna l’incubo pidocchi e si registrano già numerosi nuovi casi nelle classi, dalle materne alle medie. “Gli istituti scolastici – chiarisce la dottoressa Biagioni – non sono focolai dove nasce la pediculosi bensì, vi viene portata. Contrariamente a quanto si tende a credere, i pidocchi non saltano da una testa all’altra.  Questi parassiti non sono dei trampolieri.  Il contagio avviene fra persona e persona, sia per contatto stretto e diretto da una testa all’altra (giocando, facendo sport, anche in piscina) o indiretto da oggetti come poltrone, cuscini, seggiolino dell’auto o attraverso lo scambio di effetti personali quali pettini, spazzole, fermagli, sciarpe, berretti, cappelli, asciugamani, cuscini e biancheria da letto. Se si verifica un caso di pediculosi quindi, è bene che tutti i componenti del nucleo famigliare siano controllati”.
Un pregiudizio molto diffuso è credere che i pidocchi infestino solo le persone sporche, “in realtà, qualsiasi individuo può essere infestato, indipendentemente dalla sua igiene. Il parassita può trovare un ambiente favorevole anche sulle teste più pulite. Certo i pidocchi possono andare a braccetto con la sporcizia ma una scarsa igiene personale non è la conditio sine qua non per essere infestati”. Altro dogma da sfatare è che siano i bimbi stranieri il veicolo principale della trasmissione: “in realtà – spiega la dottoressa – i capelli crespi e ricci, così come le acconciature a treccine tipicamente africane rendono le teste di questi bimbi più inospitali per l’insetto e, di certo, non ne facilitano il passaggio”. Ma come scongiurare la pediculosi? “Alcuni consigli da raccomandare – prosegue la dottoressa Biagioni- sono: non scambiare oggetti di uso personale come pettini, spazzole, sciarpe, cappelli, caschi. Si suggerisce di tenere legati i capelli lunghi e di usare la cuffia in piscina, ma il ruolo più importante nella lotta alla pediculosi per prevenire il problema e arginare un eventuale contagio lo giocano i genitori controllando regolarmente, almeno due volte alla settimana, il capo del proprio figlio e mettendo in atto i provvedimenti di rito qualora rilevassero la presenza di animaletti o di lendini (uova)”. Tra i primi sintomi della pediculosi vi è certamente il prurito, “causato da una reazione allergica alla saliva dell’insetto” ma, avverte la dottoressa, “il prurito non è sempre presente e compare solo alcuni giorni o settimane dall’infestazione e prima di arrivare a tanto, si può cogliere la presenza delle uova. Le lendini appaiono come puntini bianchi, poco più piccoli di una capocchia di spillo, che si differenziano dalla forfora in quanto non si staccano dal capello quando lo si fa scorrere tra le dita, essendo tenacemente attaccate a esso da una particolare sostanza collosa”.
Accertata la presenza di lendini e pidocchi, piccoli insetti grigi, occorre correre ai ripari, “effettuando un’ispezione del capo, magari con l’aiuto di una lente d’ingrandimento in un ambiente illuminato, per individuare e rimuovere manualmente pidocchi e uova, applicare un prodotto antiparassitario specifico (seguendo accuratamente le istruzioni per l’uso), lavare i capelli e, dopo il trattamento, usare un pettine a denti molto fitti per asportare le uova, ciocca per ciocca, partendo dalla radice e rimuovere con le dita le eventuali lendini rimaste. Per garantire il successo dell’intervento, il trattamento deve essere eseguito dagli altri membri della famiglia e va ripetuto dopo una settimana (per eliminare gli eventuali parassiti nati dalle uova che hanno resistito al primo trattamento). Sebbene i pidocchi non possano vivere a lungo nell’ambiente esterno, è comunque necessario fare una bonifica: lavando a 60° la biancheria del letto, gli asciugamani e gli indumenti e trattando gli oggetti che sono entrati in contatto con i capelli (pettini, spazzole). E’ importante pulire accuratamente cuscini, poltrone, poggiatesta dell’auto, giocattoli di peluche, cappelli.. In tal modo si eviterà che eventuali uova si dischiudano nuovamente, reinnescando l’infestazione e vanificando ogni sforzo”. Il fenomeno a Carpi “è diffuso – conclude Ornella Biagioni – ma non ne abbiamo la misura precisa perchè non tutti i bambini si presentano al nostro Servizio e molti genitori fanno fronte al problema autonomamente o si rivolgono al loro pediatra.  Ricordo infine che la Pediatria di Comunità fornisce ogni anno alle scuole del Distretto di Carpi opuscoli sulla pediculosi da distribuire a tutti i bimbi che frequentano la prima sezione della scuola materna e la prima classe della scuola primaria. Inoltre, una locandina multilingue sul tema è affissa nella bacheca di tutti i plessi scolastici”.
Jessica Bianchi
 

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