Fino a 60 giorni per rimuovere i contatori della luce

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Continuano i disagi dei terremotati. Fioccano infatti le segnalazioni di cittadini alle prese con ulteriori inghippi e lungaggini burocratiche. Gli sfollati che sono riusciti ad avviare i cantieri di ripristino delle proprie abitazioni lesionate dal sisma del maggio 2012 si sono imbattuti nell’ennesimo ostacolo: Enel. In numerosi casi, per procedere coi lavori, occorre rimuovere i contatori, operazione che sta bloccando alcuni cantieri, creando evidenti difficoltà e allontanando ulteriormente il rientro nelle abitazioni. “Dopo il sopralluogo del tecnico di Enel, pagato oltre 100 euro – spiegano i condomini di due palazzine fossolesi – siamo ancora in attesa di ricevere il preventivo per la rimozione dei contatori. Da allora è già passato un mese: questa lentezza sta compromettendo i lavori e il rischio è quello di vedere il cantiere bloccato. Siamo stanchi di aspettare: vogliamo tornare a casa nostra”.
Di questi inspiegabili ritardi abbiamo chiesto conto direttamente a Enel: “la semplice rimozione dei contatori viene eseguita da Enel Distribuzione nell’arco di pochi giorni mentre, nel caso di lavori più complessi, l’iter si allunga, fino a 60 giorni, come  previsto dalla normativa vigente. In questo periodo non solo Enel ma anche il cliente è tenuto a eseguire dei lavori preliminari e propedeutici di sua competenza, affinché l’azienda possa poi intervenire”. Certamente anche il capitolo relativo ai costi rappresenta l’ennesima beffa ai danni dei terremotati i quali hanno già sostenuto innumerevoli spese che il contributo previsto dalla Cambiale Errani non contempla e, di conseguenza, non verranno risarcite.  “Il terremoto è una calamità naturale. Non è certo colpa nostra se oggi siamo costretti a staccare e ricollocare successivamente i contatori. Enel dovrebbe farsi carico di queste spese”, proseguono gli sfollati. “Quando viene richiesto un sopralluogo preventivo (100 euro più Iva) per verificare o spostare una linea elettrica o una presa utente alla quale è sotteso un contatore, viene richiesto un contributo preventivo. La spesa, qualora i lavori siano riconducibili a effettive situazioni di pericolo e di messa in sicurezza dei nostri impianti, viene poi restituita e le conseguenti attività sono eseguite a carico di Enel”. Insomma la buona notizia è che i denari anticipati dai cittadini verranno restituiti, quella brutta è che, ancora una volta, occorre pazientare. Fino a sessanta giorni.
Jessica Bianchi
 

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