In prima linea per la Siria

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“Il medico di origine siriana Ghassan Daya, era uno dei miei più grandi amici. Anche lui, come me, calabrese trapiantato a Carpi, aveva due case, si sentiva parte integrante di due terre: la Città della Ghirlandina e la Siria. Non esistono confini. Siamo tutti esuli in un certo senso. Figli di diverse culture. E’ grazie a Ghassan che quel Paese dilaniato è entrato nel mio cuore”. Con queste accorate parole il dottor Giuseppe Gaglianò racconta il suo impegno nel neonato Gruppo Lucano Carpi – Emilia. Un piccolo gruppo di persone, le cui radici comuni affondano in terra lucana: “a Carpi, e in Emilia in generale, la nostra, è una realtà ancora piccola, fatta di persone che si impegnano a favore degli altri in modo completamente gratuito e volontario”, spiega la modenese Aurelia Traficante. Oggi la Lucania può vantare una propria rete di Protezione Civile che trova la sua massima espressione nel Gruppo Lucano. Questa straordinaria organizzazione, raccolta attorno a un sistema di coordinamento, rappresenta un progetto di federazione su base territoriale, il cui obiettivo primario è quello di mettere in rete impegno, responsabilità e solidarietà. A Carpi, il gruppo, è nato poco dopo il sisma del maggio 2012 “per dare un contributo fattivo alla cittadinanza. Per essere vicini a chi aveva bisogno di aiuto”. Tra i progetti del Gruppo Lucano ve ne è uno a favore dell’infanzia violata siriana, denominato: Insieme per i bambini della Siria. “Chiunque lo desideri, ogni sabato mattina, nella nostra sede di via Lago Trasimeno, 17 a Cibeno, dalle 11 alle 12, (informazioni al numero 389.6024798 ore serali) può dare il proprio contributo per cercare di lenire le ferite della Siria. Stiamo infatti raccogliendo materiale e attrezzature sanitarie da inviare a un gruppo di medici siriani che operano nei campi profughi col quale il Gruppo Lucano è in stretto contatto. Un primo carico è già partito ma l’emergenza nel Paese ha contorni drammatici e gli aiuti non sono che una goccia nel mare. Occorrono farmaci, bende, attrezzature di emergenza… ma accettiamo anche lettini o poltrone dentistiche dismesse. Insomma ci appelliamo al buon cuore di tutti: aiutateci a sostenere la Siria e i suoi milioni di profughi”. I carichi raggiungono il Paese via gomma, attraverso la Turchia: un viaggio pericoloso e oneroso. “Il nostro gruppo – continua Aurelia – ha già fatto una donazione per contribuire all’acquisto di un rilevatore di persone sotto le macerie. La realtà supera di gran lunga la fantasia. La Siria è in ginocchio”. Un conflitto sostanzialmente scomparso dai mass media: “è una vergogna – aggiunge Gaglianò – ma noi abbiamo il dovere morale di non chiudere gli occhi e di fare qualcosa per quella gente”. Il Gruppo Lucano invoca la creazione di un corridoio umanitario: “siamo tutti genitori. Se solo ci dessero i bambini… la Basilicata ha dato la propria disponibilità ad accogliere i piccoli, per allontanarli dalla guerra. Siamo in tanti a sollecitare le istituzioni in tal senso: dicono che l’unione faccia la forza, speriamo di ottenere qualcosa”. Un passo alla volta, con umiltà, determinazione e coraggio, anche il Gruppo Lucano Carpi – Emilia vuole fare la propria parte. “In era pre romana, la Lucania – ovvero Basilicata, Cilento, Vallo del Diano e Calabria settentrionale –  era popolata dagli Osci, un’etnia conosciuta per la sua mitezza. Oggi noi vogliamo raccogliere la loro eredità, aggiungendo alla mitezza, grande determinazione, poiché anche a causa della crisi economica, il bisogno cresce intorno a noi e occorre darvi risposta”, conclude Aurelia Traficante. Ora l’obiettivo del Gruppo Lucano Carpi – Emilia è quello di crescere, strutturarsi sempre più, unendo volontari dalle diverse professionalità: “noi vogliamo dare, senza nulla chiedere. E tra i nostri progetti vi è quello di poter aprire a Carpi un ambulatorio per i più indigenti. Un progetto ambizioso al quale però non vogliamo in alcun modo rinunciare. Non molleremo”, conclude il dottor Giuseppe Gaglianò.
Jessica Bianchi
 

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