Dalle Ave, segretario traghettatore

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Un partito più aperto, maggiormente comunicativo e meno autoreferenziale: sono questi alcuni dei punti cardine del programma di Davide Dalle Ave, il riconfermato segretario del Partito Democratico di Carpi, al suo terzo mandato, con il 90,5% del consenso dei delegati (67 favorevoli, 7 contrari e 3 schede bianche su 77 votanti). Già capogruppo del Pd in Consiglio Comunale, Dalle Ave si è detto emozionato quando, la scorsa settimana, davanti a una platea gremita, ha tenuto il suo discorso programmatico. “Occorre cominciare un percorso aperto, per riprendere il filo diretto con i cittadini, diminuendo la distanza tra politica e problemi reali del Paese, per ridare una speranza a chi, oggi, non la vede più a portata di mano, a partire dai giovani”. Dalle Ave ha sottolineato come la crisi economica abbia infatti segnato, sin dal 2008, le condizioni di vita di tante famiglie, imprese e cittadini, generando una diffusa percezione di sfiducia e malessere, malcontento e rassegnazione: “il nostro principale avversario è la sfiducia. Verso la politica e le istituzioni, ma soprattutto in noi stessi e nelle nostre potenzialità”. Carpi registra un tasso di disoccupazione che supera il 13%, con stime molto superiori per la fascia di età dai 20 ai 35 anni, dato che, prima della crisi si attestava entro il 5%. Il trentaduenne segretario ha ribadito come servano segnali chiari di cambiamento e inversione di tendenza: “da stasera qualche messaggio voglio cominciare a lanciarlo in modo forte. La prima condizione necessaria per dare risposte vere alla crisi è che i Comuni, le istituzioni più vicine ai cittadini, siano nelle condizioni di poter scegliere e dare risposte. Non come negli ultimi anni quando, di fronte al bilancio di un Comune virtuoso come il nostro, ci siamo ritrovati sempre e solo nelle condizioni di dover tagliare, e mai di poter investire”. Dalle Ave conferma poi la bontà dell’intento che ha visto nascere il percorso dell’Unione delle Terre d’Argine, ‘road map’ da proseguire, spingendo sull’acceleratore. “Nel percorso verso le Amministrative, con tre Comuni su quattro al voto, individueremo momenti di discussione per inserire comuni progetti nei programmi elettorali”. Punto non secondario, la visione del segretario è quella di un partito che sappia coniugare innovazione e radicamento sul territorio. Su questo aspetto non è mancato un passaggio autocritico: “dobbiamo essere un partito aperto, e quando abbiamo dato l’impressione di essere autoreferenziali abbiamo sbagliato, a partire dal sottoscritto. Non dimentichiamoci che la nostra forza sta nella partecipazione. Serve coesione: la mia ricandidatura va in questo senso, nella direzione di tenere unito e rendere più orgoglioso il Pd di Carpi”. Dalle Ave ha poi toccato il tema delle Amministrative, che si va facendo sempre più caldo: “serve un’idea di cosa dovrà essere Carpi nei prossimi 10-15 anni, ma dobbiamo progettarla all’interno di una coalizione di Centrosinistra. Per questo mi impegno a indire le Primarie per la scelta del candidato sindaco entro la prima settimana di febbraio”. Tra gli altri punti centrali sottolineati da Dalle Ave, la necessità di una Carpi che pesi maggiormente a livello provinciale, che sappia ricercare sinergie con i sistemi universitari di Modena e Reggio Emilia, con un modello di sviluppo sostenibile che punti alla green-economy. “Per andare incontro all’innovazione non è possibile dire solo dei ‘no’: occorre accettare impianti nuovi, sperimentazioni e investimenti”. Applaudito in diversi passaggi, pare che la riconferma di Dalle Ave piaccia anche a coloro che, per propria ammissione, non l’hanno mai appoggiato. Come il renziano Nilo Pacenza: “non sono mai stato un suo sostenitore ma  riconosco che ha saputo trasmettermi un senso di accoglienza e apertura che, francamente, non mi aspettavo. Ed è proprio di questo che c’è bisogno ora, di un ponte tra opinioni diverse”. Sebbene non pensi che Dalle Ave debba essere un segretario ‘a orologeria’, nel senso che debba restare in carica anche dopo aver traghettato il partito al di là delle Primarie e dell’elezione del primo cittadino, tuttavia, per il futuro, Pacenza auspica maggiore decisionismo. “Vorrei un segretario che difenda la propria linea e le proprie posizioni anche in mondo molto forte, e non che sia percepito come la voce di una cerchia di persone”. Anche sulle giovanili, elogiate da Dalle Ave come uno dei risultati di maggior rilievo, Pacenza invita a fare di più: “sulla presenza nelle scuole e nelle giovanili c’è ancora un grande lavoro da fare, perché a volte mi pare ci sia una scarsa comunicazione verso l’esterno. Serve un partito che non sia il megafono dell’Amministrazione, ed è importante che le due cose siano tenute separate”. L’assessore all’urbanistica, edilizia e ambiente Simone Tosi nel suo intervento ha invece sottolineato l’importanza di costruire una coalizione ampia e di porsi obiettivi ambiziosi: “certo dobbiamo trovare punti d’incontro con Sel e i Verdi, ma anche con altri. L’ambizione della città dovrà essere quella di osare, magari sperimentando i rifiuti zero e un sistema di incentivi per chi è virtuoso e di bollette più salate per chi inquina”. Quello di un partito ‘macchina da guerra’ è invece il desiderio del  candidato alle Primarie per la corsa a sindaco Roberto Arletti: “dobbiamo essere sempre sul pezzo, e capire che fare il bene della città, delle imprese, delle persone, vorrà dire, di riflesso, fare il bene del partito. Per questo chiedo a Davide di restare vicino alle persone e ai loro problemi reali e lasciare ad altri l’organizzazione di feste, Primarie e altro”. Giovanni Taurasi ha invece ricordato quale sia la distanza da colmare: “secondo i dati siamo il terzo partito del mondo del lavoro, mentre dobbiamo tornare a essere il primo. Per far questo occorre un partito capace di decidere, perché la storia ci ha insegnato che le democrazie muoiono non perché c’è poca partecipazione, ma perché non si riesce più a prendere decisioni”. Piccola annotazione in chiusura: se in sala erano presenti rappresentanti di Sel (Davide Venturi, possibilista ma cauto su un’alleanza che deve decidersi sui programmi), i Verdi (con l’assessore D’Addese, che auspica caldamente che la collaborazione continui) e Alleanza per Carpi (con Giliola Pivetti), mancavano però esponenti dell’Italia dei Valori: le distanze sono ormai incolmabili o il partito fondato da Antonio Di Pietro, a Carpi, sta evaporando?
Marcello Marchesini