Che fine han fatto le liste d’attesa?

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Il calo del numero di domande di accesso al nido d’infanzia è consistente e impone all’Unione dei Comuni di Carpi, Novi, Soliera e Campogalliano di ripensare il servizio e impostare nuove politiche. “A causa della crisi – precisa il presidente dell’Unione, Giuseppe Schena – registriamo una sensibile riduzione: erano 484 le domande al 31 maggio 2012 contro le 359 al 31 maggio 2013, 125 domande in meno”.
La crisi azzera le liste d’attesa
Per questo si è azzerata la lista d’attesa nella fascia ‘piccoli’, mentre permangono in lista d’attesa solo 7 bambini per la fascia d’età ‘medi’ e 9 per la fascia ‘grandi’. Niente a che vedere con le lunghe liste d’attesa con le quali le Amministrazioni Comunali hanno dovuto fare i conti per anni. “A pesare è sicuramente la crisi che ha determinato una maggiore difficoltà delle famiglie a far fronte al pagamento della retta, soprattutto nel caso in cui i genitori abbiano perso il lavoro o siano in cassa integrazione”. Per forza di cose, in questi casi il papà o la mamma si fanno carico del lavoro di cura evitando l’iscrizione al nido.
Le tariffe non cambiano
“Non toccheremo le tariffe” chiarisce subito Schena, sottolineando il fatto che rimangono le più basse in Provincia e “forse anche in Regione”. La retta minima di quello che è senza dubbio uno dei servizi più costosi per i Comuni, resterà di 78 euro, quella massima di 470 euro: alle Amministrazioni Comunali l’asilo nido costa almeno 900 euro a bambino e le rette versate dalle famiglie coprono il 27% circa del costo che, per la restante parte, è a carico delle casse comunali.
Alla crisi si sono poi sommati gli effetti del terremoto: tante famiglie, soprattutto di Novi e Rovereto, sono ancora fuori casa, in affitto e in attesa di iniziare i lavori oppure perché hanno drasticamente cambiato vita allontanandosi dai comuni del cratere e lasciando 6 posti vuoti al nido Girotondo di Rovereto e 13 posti al nido Mattei di Novi.
Non si chiude, proviamo a tenere!
Cambiano gli scenari e, dunque, l’Unione Terre d’Argine è costretta a trovare nuove soluzioni “per tenere in piedi pezzi di servizio che poi non potrebbero più essere ripristinati”. La speranza, che tutti attualmente coltivano, è che la crisi finisca presto e il trend negativo sia legato alla contingenza: l’Unione non vuole chiudere oggi sezioni di asilo nido per poi doversi mangiare le mani quando si riproporrà il tema delle liste d’attesa. “Per il prossimo anno scolastico si adotteranno quindi provvedimenti sperimentali – spiega il presidente Schena – nell’intento di mantenere invariato il numero delle sezioni”.
Le novità
A entrare nei dettagli è il dirigente Francesco Scaringella. “Così come già accade a Carpi, potranno essere iscritti anche a Novi e Soliera bambini di 4 mesi d’età (non a Campogalliano perché il nido comunale non è provvisto di cucina interna). Inoltre favoriremo la mobilità interna all’Unione Terre d’Argine (Carpi, Novi, Campogalliano, Soliera) in modo tale che i cittadini residenti possano accedere a strutture disponibili sull’intero territorio dell’Unione: per esempio, una famiglia residente a Limidi di Soliera potrà presentare domanda d’accesso in un nido di Carpi e viceversa. Infine, dopo l’esaurimento di ogni graduatoria dei residenti, potranno iscriversi alle strutture presenti nei quattro comuni, anche bambini non residenti nell’Unione Terre d’Argine”. “Non si chiude nulla, proviamo a tenere” afferma Schena alle prese con la riorganizzazione del personale portata a termine senza grossi scossoni. E continua: “emergono in questo caso i vantaggi dell’Unione, che finora non si riuscivano ad apprezzare”.
Sara Gelli