A Carpi nessun caso di febbre del Nilo

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Il mondo non ha più confini. E nemmeno le malattie. A essere giunto sin qui, anche il virus del Nilo Occidentale, meglio conosciuto come West Nile Virus. A veicolarlo la comune zanzara culex, l’innocuo insettino nostrano che tanto rimpiangiamo, dopo l’approdo di massa in città delle agguerrite zanzare tigre. A fronte dei vari casi registrati in provincia di Modena e Reggio Emilia di West Nile Disease, infezione virale trasmessa attraverso la puntura di zanzara, anche l’Amministrazione Comunale di Carpi è corsa ai ripari mettendo in atto una massiccia azione di contrasto alla zanzara, attraverso la disinfestazione delle aree verdi. Ma quanto è pericolosa tale infezione? Quali implicazioni neurologiche comporta? Come si evita la formazione di focolai endemici?
Alla dottoressa Laura Gardenghi, del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda Ausl di Modena, chiediamo:
In che cosa consiste la West Nile Disease? Come si differenzia da una semplice influenza?
“Il virus del Nilo Occidentale (conosciuto con la denominazione inglese West Nile Virus) è un Arbovirus che solo accidentalmente può infettare l’uomo. La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, manifestazioni cutanee. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana e possono variare molto a seconda dell’età della persona. I sintomi più gravi (malattia neuro invasiva di West Nile) si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150) e comprendono febbre alta, forti cefalee, debolezza muscolare e problemi neurologici. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale o esiti permanenti. La forma grave della malattia interessa principalmente le persone anziane o con ridotta efficienza del sistema immunitario”.
Come si trasmette?
“I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare, le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. L’uomo infetto o malato non può invece trasmettere il virus ad altri né direttamente, né attraverso le zanzare”.
A Carpi si sono verificati casi?
“No. In tutta la nostra provincia, complessivamente, a oggi (ndr. 2 settembre), i casi certi che hanno comportato il ricovero presso il Reparto di Malattie Infettive del Policlinico di Modena sono quattro”.
Cosa occorre fare per proteggersi dalle punture di zanzare?
“Le misure per proteggersi vanno applicate, in considerazione delle abitudini crepuscolari di questo insetto, nelle ore serali-notturne (da maggio a novembre). All’interno degli edifici il metodo più efficace è l’utilizzo di zanzariere a maglie strette, applicate a porte-finestre e finestre, ma anche direttamente sul letto; in alternativa, è possibile utilizzare, sempre con le finestre aperte, zampironi o apparecchi elettroemanatori di insetticidi liquidi o a piastrine. Nei luoghi all’aperto dovrebbero essere indossati indumenti di colore chiaro – quelli scuri o colorati sono più attrattivi per gli insetti – che coprano il più possibile (con maniche lunghe e pantaloni lunghi). Vanno evitati i profumi, le creme e i dopobarba in quanto attraggono gli insetti. Un buon livello di protezione è assicurato dall’uso di repellenti cutanei per uso topico (direttamente sulla pelle). Le sostanze repellenti applicate sulla cute ostacolano, infatti, il raggiungimento della pelle da parte della zanzara, impedendo ai sensori delle zanzare di intercettare i vasi sanguigni. Questi prodotti vanno applicati sulla pelle scoperta, compreso il cuoio capelluto. Occorre ripetere il trattamento dal momento che i prodotti evaporano rapidamente e vengono eliminati con la sudorazione. Nell’uso di questi prodotti occorre seguire scrupolosamente le indicazioni riportate sulla confezione e va adottata particolare cautela con i bambini o su pelli sensibili. I repellenti non vanno invece applicati sulle mucose (labbra, bocca), sugli occhi e sulla cute abrasa; possono essere invece spruzzati sui vestiti per aumentarne l’effetto protettivo”.
Jessica Bianchi

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