“La spa delle Radioterapie”

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“Carlo Carapezzi a cui è intitolato il Polo tecnologico di Carpi di Radioterapia sarebbe orgoglioso della strada che abbiamo fatto sino ad ora. Il sogno di Amo di realizzare nel nostro ospedale un centro di eccellenza per la cura delle patologie oncologiche si è concretizzato e, dopo un anno di attività, malgrado lo stop forzato causato dal sisma di maggio, siamo felici di poter garantire ai pazienti di tutta l’Area Nord un accesso facilitato a trattamenti che richiedono tecnologie all’avanguardia e, allo stesso tempo, di aver dimezzato i tempi di attesa. Oggi, relativamente ai tempi di risposta, siamo tra i più virtuosi in Regione. Il modello carpigiano rappresenta l’oncologia del futuro”. Così ha commentato un emozionato Fabrizio Artioli, primario dell’Unità operativa di Oncologia del Ramazzini, nonché presidente dell’Associazione Malati Oncologici di Carpi, prima di tracciare il bilancio di attività del primo anno della struttura che, prosegue il medico, non è solo “un luogo di cura, bensì di accoglienza, grazie allo straordinario percorso di umanizzazione realizzato grazie alla collaborazione di una decina di artisti che hanno “vestito” la Radioterapia di opere d’arte. Opere che traggono la propria ispirazione dall’acqua, sorgente di vita per antonomasia”. Il polo tecnologico ha prodotto risultati importanti. Numeri che premiano lo straordinario sforzo organizzativo ed economico (5,5 milioni di euro) messo in campo da Usl e Policlinico di Modena, Fondazione CR Carpi, la quale si è assunta il maggior onere (2,5 milioni di euro), Associazione Malati Oncologici, imprenditori e cittadini. Nel 2012 sono stati trattati 210 pazienti per un totale di 3.700 sedute di terapia. Sono state effettuate ben 775 visite, comprensive di prime visite, visite in corso di terapia e visite di follow-up. Drastica poi è stata la riduzione dei tempi d’attesa tra prima visita e inizio della radioterapia, tanto che, prima dello stop obbligato causato dal sisma, l’attesa media provinciale si era più che dimezzata passando da una media di 4,2 settimane a 2 settimane. Le patologie trattate prevalenti sono state le neoplasie mammarie (49%), le sedi metastatiche di malattia (25%), le neoplasie testa- collo (4%), le neoplasie del retto (4%) e  ginecologiche (3%). Da sottolineare inoltre che, dal 2012, l’85% dei pazienti residenti nell’Area Nord della Provincia che necessitano di trattamenti radioterapici ha avuto la possibilità di ricevere le cure migliori senza doversi spostare a Modena, con riflessi molto positivi oltre che sulla salute anche sulla qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari; si pensi ad esempio al superamento di buona parte dei costi organizzativi e ai tanti spostamenti evitati (secondo un calcolo statistico ai pazienti e ai loro accompagnatori sono state “risparmiate” circa 1.700 ore di viaggio, per un totale di oltre 100mila chilometri. In termini economici, mediamente ogni singolo paziente ha speso 160 euro in meno). Soddisfacenti anche i risultati conseguiti grazie all’innovativo modello organizzativo adottato, come ha sottolineato il dottor Filippo Bertoni, direttore della Struttura complessa di Radioterapia Oncologica del Policlinico di Modena. “Il centro, all’avanguardia in termini di tecnologia, logistica e organizzazione, è il primo realizzato in Italia – e il terzo in Europa – in grado di gestire un modello di struttura tipo Hub and Spoke che consente di condividere tecnologie elevate, sviluppate attraverso il coordinamento della sede centrale (Hub) con altre sedi (Spoke), più vicine ai pazienti, sfruttando i vantaggi offerti dalla telemedicina, sostenuta a sua volta dalle reti informatiche. Quella di Carpi è una spa delle radioterapie”.
Nel caso carpigiano è stato possibile sfruttare le competenze della Radioterapia di Modena per realizzare una struttura che integrasse personale medico e tecnico del Policlinico e personale infermieristico e amministrativo della Azienda Usl con un pool comune di risorse per garantire continuità di servizio in caso di ferie o malattie. Grazie alle nuove tecnologie e all’uso della fibra ottica l’equipe del Policlinico, ogni mattina, può dialogare in video-conferenza con i tre professionisti che operano a Carpi e organizza tutte le attività, sia su Modena sia su Carpi, condividendo e gestendo in modo collegiale liste d’attesa, cartelle cliniche e piani terapeutici. “Potremmo fare meglio se avessimo più personale ma siamo comunque orgogliosi di quanto fatto”, ha concluso Bertoni. La Radioterapia carpigiana ha migliorato la qualità dei trattamenti e ridotto i disagi per i malati. E’ aumentato il numero di terapie che prevedono l’uso contemporaneo di farmaci antitumorali e alte energie erogate dall’Acceleratore Lineare, migliorando l’efficacia del percorso di cura. Ogni anno in Italia vengono diagnosticati circa 360mila nuovi casi di tumore, di questi circa la metà guarisce se ben curati. Si prevede che nel 2020 i casi saranno 400mila e nel 2030, ben 450mila. Come ha recentemente ribadito l’Unione Internazionale contro il Cancro, occorre sì investire in ricerca, ma soprattutto in prevenzione e nuove tecnologie. Carpi è sulla strada giusta. 
Jessica Bianchi

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