Liberi di scegliere nel lutto

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Quando si perde una persona cara, l’unica cosa con la quale si dovrebbe avere a che fare è il proprio dolore e quello di chi è rimasto. Per questo il racconto di Sandra – nome di fantasia, dato che non vuole comparire – colpisce. Tutto inizia quando, lo scorso mese di agosto, il padre di Sandra è strappato, a 64 anni, all’affetto dei suoi cari. Ed è qui che inizia il racconto: “A quel punto mia madre – 61 anni – ha deciso di rivolgersi alle onoranze funebri comunali”. E’ stata una decisione esplicita, dovuta al fatto che il marito, molto conosciuto a Carpi, è sempre stato dipendente del Comune. Sandra ritorna il giorno seguente, a cose fatte, ed è allora “che mi sono accorta che chi di dovere non aveva profilato a mia madre la possibilità di scegliere. Non so se la fattura, poco più di 3mila euro, sia alta o nella norma ma di certo poteva variare di 500 – 600 euro, dato che ci poteva essere un’oscillazione di circa 200 euro a voce. Per esempio il ritiro di alcuni documenti a Correggio, essendo mio padre deceduto nell’ospedale di quella città o, ancora, il ritiro delle ceneri da Mantova, dal momento che ha deciso di essere cremato”. Ed è questa la parte più delicata della vicenda che ci è stata raccontata: stando al racconto di Sandra la madre, già sconvolta per il dolore, non ha avuto la possibilità di decidere alcune cose sulle quali avrebbe invece avuto il pieno diritto di avere voce in capitolo. “Vuoi per confusione, vuoi per il dolore e l’ignoranza, mia madre si è fidata. Arrivata a casa la fattura, mi sono accorta che non era divisa per ‘voci’, per questo ho chiesto di poter conoscere le singole spese, per accorgermi troppo tardi che sarebbe stato possibile risparmiare notevolmente”. Ma non si tratta esclusivamente e, neppure, principalmente, di una questione di soldi: “Non voglio fare polemica – spiega Sandra con la voce incrinata dall’emozione e, si intuisce, da un dolore ancora molto, troppo vivo – ma desidererei che la gente che si verrà a trovare, come me, nella stessa situazione, quanto meno sapesse che ha il diritto di scegliere. La trasparenza dovrebbe essere all’ordine del giorno, soprattutto perché in quei momenti una persona è sconvolta e particolarmente ‘debole’. Nel mio lavoro vedo quotidianamente le difficoltà economiche di tante persone, e mi rendo conto che se qualcuno ha la possibilità di decidere come spendere i suoi soldi, deve poterlo fare. Ma, a prescindere dal costo, si tratta davvero di una questione di principio”. Ma il racconto non finisce qui: “anche il servizio ha lasciato molto a desiderare. La salma è arrivata alla camera ardente alle due di pomeriggio – quando, secondo Sandra, avrebbe dovuto essere portata lì intorno a mezzogiorno – ma abbiamo ricevuto la foto da esporre e la cassetta per le offerte all’Amo alle 18.30. Me lo ricordo bene perché ho dovuto chiamare per chiedere dove fossero finite queste cose. Avevo poi chiesto tre necrologi: quello di S. Marino, dove i miei genitori abitavano, è stato affisso, mentre gli altri due – uno in via Pezzana e l’altro in centro storico – sono stati apposti soltanto nella tarda mattinata di sabato, quando il funerale era programmato il sabato pomeriggio, e anche in quel caso ho dovuto telefonare per chiedere spiegazioni. Mi madre ci è rimasta molto male e sinceramente anch’io”. Non si è fatta attendere la replica delle Onoranze. “Le tariffe sono pubbliche, e per quel che riguarda il ritiro dei documenti a Correggio, la signora ha firmato un’autorizzazione scritta. Può anche capitare che non si dica sempre ogni singola voce, ma di certo non si tratta di dati nascosti, e se ci vengono chieste spiegazioni le forniamo senza problemi”. Anche sulla fattura l’ufficio rivendica un comportamento corretto: “La legge ci consente di indicare soltanto il costo complessivo. Prima compariva ogni singola voce ma, cambiando il programma di contabilità, questo sistema ci risulta più semplice. In ogni caso il prossimo anno molto probabilmente ritorneremo ad indicare il costo di ogni singolo servizio, dato che molti clienti lo chiedono”. Aver quotidianamente a che fare con il dolore di chi ha perso un proprio caro non è certo semplice. Per questo sarebbe meglio seguire una procedura standard, evitando così il rischio che qualcuno possa avvertire, oltre a quella per la perdita irreparabile, anche l’amarezza per un trattamento che giudica inadeguato.
Marcello Marchesini

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