Istantanee in musica

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Dodici scatti. Dodici frammenti di vita, incastrati tra musica e parole. Fermoimmagine, l’album di debutto della band carpigiana Ero – Simone Magnani (voce), Enrico Pasini (tromba e piano), Enrico Gherli (chitarra), Marco Manfredini (basso), Mattia Crepaldi (batteria) e Luca Righi (chitarra) – è tutto questo e molto di più. Istantanee di vita da ascoltare e da immaginare, assaporando i testi, brillanti, e abbandonandosi ai colori della musica, dalle tinte rock, con morbide incursioni nel blues e nel funky. Un disco convincente sin dal primo ascolto, “onesto”, spiegano i musicisti. Dodici pezzi scritti da Simone Magnani rigorosamente in italiano, perché la “nostra lingua, con la sua ricchezza, mi consente di esprimere al meglio ogni sfumatura, di dare profondità ai testi”, racconta il cantante. Parole e musica che nascono separatamente, per poi fondersi grazie a un’operazione di cesello, “smussando gli angoli, alla ricerca della giusta metrica”, continua Magnani. Ogni brano è una storia, “un fermoimmagine appunto, come recita il titolo stesso dell’album. Dodici piccole storie di vita”. Parentesi aperte e chiuse sulle quali ciascuno di noi può ritrovarsi e fermarsi a riflettere. Tra le perle del disco vi è sicuramente Tina, un testo asciutto, evocativo, nel quale riecheggia lo stesso mito che è insito nel nome di questa band: l’amore annegato di Ero e Leandro. Dalla pulsione di morte di Tina (Tina vuole fare il salto, laccio, sedia e pillola, Tina che presto sfiderà la gravità) si giunge al bisogno di cambiamento gridato ne La macchina del tempo, per ritrovare l’istinto, la passione e la curiosità del bambino che alberga in ognuno di noi, spezzando regole e convenzioni (Rimetterti a giocare con la parte di te che nasce da bambino e che da sempre ha un suono istintivo, semplice… prendere distanza dalle regole), passando poi per l’ironia de L’epitaffio, inno alla vanità del nostro tempo e alla vacuità di certe relazioni (Voglio che un giorno il mio epitaffio scriva: visse senza chiedersi perchè. Traghettatore di ori falsi e bugie che voi chiamate amore). A conferire all’esordio degli Ero una preziosa impronta cantautorale è poi l’intensa ballata che dà il titolo all’album, una gemma struggente che, grazie alla voce suadente e leggermente graffiata di Simone, resta davvero impressa nell’anima. Da ascoltare. Il disco è vario, mai uguale a se stesso poiché ogni brano porta la firma di un musicista diverso: “ognuno di noi – aggiunge Enrico Gherli – grazie al proprio background, ha dato il suo apporto, contribuendo a creare qualcosa di nuovo, di difficilmente schematizzabile. Un vero e proprio collage di generi. La band è insieme dal 2011 e, devo ammettere, che suonare con persone che si conoscono poco è estremamente stimolante. Ci si mette in gioco completamente, si cerca di dare il meglio di sè”. A colorare ulteriormente la struttura originale dei pezzi creando una miscela esplosiva che si beve in poco meno di 50 minuti, la tromba e il pianoforte suonati da Enrico Pasini, musicista anche per Mariposa e Venditti. L’album degli Ero è pubblicato da Zetafactory, etichetta indipendente carpigiana, nata a Bologna nel 2004 e approdata due anni fa in via Cadore, ormai affermatasi nel territorio nazionale specialmente per le sue ultime collaborazioni, tra cui ricordiamo Rezophonic, Artemista, Bluestress, KlogR e Design. “Un’avventura – spiegano Gabriele Rustichelli e Stefania Zampa, titolari dello Zeta – che ci sta dando grandi soddisfazioni. Il nostro scopo primario è quello di creare un polo di aggregazione e di promozione musicale e, localmente, stiamo registrando una crescita fortissima. Il fermento discografico dei prossimi due mesi tutto “made in Carpi” infatti, è il chiaro segnale della vivacità della scena musicale della nostra città”. Zetafactory, nel mese di ottobre, oltre agli Ero, pubblicherà anche l’Ep dei Das Modell (ex Fata) e a novembre il nuovo disco dei KlogR. Fermoimmagine, distribuito da Venus, sarà presentato ufficialmente live, venerdì 19 ottobre, al Circolo Kalinka di Carpi, a partire dalle 22.
Jessica Bianchi

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