I lettori ci scrivono: Le mille umiliazioni degli sfollati

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Vivo a Rovereto, paese tra i più colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio, non dirò il mio nome perché non amo far pubblicità alla mia persona o alla mia famiglia ma, sicuramente, tutte le persone nelle mie condizioni si immedesimeranno in quanto sto per illustrare. Premetto che vivo in tendopoli da agosto, con la scossa del 20 maggio non era accaduto niente alla mia abitazione ma la paura era già tanta. Il 29 quando ha iniziato a tremare la terra per tante ore è subentrato il panico, la paura ti inonda la mente e non ti fa ragionare lucidamente, il non sapere quello che sta succedendo nè quello che succederà ti confonde incredibilmente. Questa paura non sapevo che esistesse, sembravo proiettata dentro un film, non ero a conoscenza di quanto una persona potesse piangere. Vedere la propria casa e quelle intorno sobbalzare come se fossero di plastica leggera, vedere le altre persone impaurite come me, mi ha fatto capire quanto poco potere abbiamo sulla faccia della terra. Ma tutto questo dolore e paura erano nulla in confronto a quanto bisogna affrontare e subire per andare avanti e rialzarsi. La mia casa è stata danneggiata gravemente e dal 29 maggio non sono potuta rientrarvi.
Mi sono accampata, come altri, per iniziare la ripresa (pensavo!) invece ho capito che dovevo iniziare a sopravvivere. Il Comune emanava bollettini su cosa fare e tutti ad accorrere, a fare file, per capire come comportarsi e per chiedere ciò che promettevano le istituzioni. 1 – Subito distribuivano i pasti ma, poco tempo dopo, hanno smesso, spiegando che costavano troppo e quelle risorse sarebbero servite per fare altro: questa è stata la prima umiliazione, come se non fosse importante distribuire cibo a famiglie senza casa nel momento di massima emergenza. 2 – Richiesta di contributo di autonoma sistemazione: inizialmente 100 euro al mese a persona! Poiché ne hanno fatto richiesta poche persone – tra l’altro è veramente un’elemosina – è stato innalzato a 200 ( 200 x 12 mesi = 2.400 euro : 365 giorni = 6,58 euro al giorno) e comunque a tutt’oggi non è stato ancora erogato nulla. Altra umiliazione. 3 – Ho chiesto di accedere solo ai pasti della Protezione Civile e me l’hanno negato perché non possedevo alcuni requisiti, che non mi hanno elencato, e mi hanno risposto che se ne volevo usufruire (come se fosse un regalo) dovevo risiedere in tendopoli: “o dentro o fuori e ti arrangi”. Sono quindi entrata in tendopoli perché non trovo giusto che mi debba arrangiare da sola (e se solo lo avessero fatto anche tutti gli altri con case inagibili forse si affretterebbero a trovare delle soluzioni dovendo provvedere a un considerevole numero di persone). Voglio precisare che nel campo della Protezione Civile ci sono volontari che lavorano quasi ininterrottamente, gentili, disponibili e con un dono di altruismo fuori del comune; la mensa gestita sempre da volontari della Croce Rossa faceva sì che la distribuzione dei pasti fosse familiare ma ci è stato tolto anche quello: la cucina non c’è più e i pasti arrivano da Carpi in monoporzioni ridicole, in contenitori di alluminio, pasta scotta cucinata sicuramente tre ore prima e cibo di scarsissima qualità. La spiegazione del primo cittadino è stata quella che si legge sui giornali , siamo pochi in tendopoli e i soldi servono ad altro. Questa non è forse un’altra umiliazione?
Il cibo distribuito di certo è peggiore di quello distribuito nelle carceri, ma i carcerati hanno commesso dei reati, la nostra colpa invece è solo quella di essere stati colpiti dal terremoto. Il nostro primo cittadino, da buon padre di famiglia, come fa a non chiedersi: ma i ragazzi, i bambini, le persone che lavorano tutto il giorno come fanno a campare con 30/40 grammi di pasta in bianco piena d’olio e con 80 grammi di di pollo? Evidentemente non le interessa, altrimenti avrebbe cercato altre soluzioni! Ennesima umiliazione.
4 – Siamo a metà settembre e ancora non si sente nulla per quanto corcerne i moduli abitativi per le persone fuori casa, il freddo è alle porte… Anche questa è un’umiliazione. Allora mi son detta: è uno scherzo vero? Mi state prendendo in giro per giocare un po’? No purtroppo! Mi sento triste, amareggiata, delusa; a ogni domanda esposta a chi di dovere sento sempre le stesse risposte “non lo sappiamo”, “bisogna aspettare”… ma aspettare cosa? Sono trascorsi oltre 100 giorni!
Sento che la mia pelle (che paragono alla mia dignità in quanto ricopre e custodisce la mia persona) me la stanno tirando via, scuoiandomi viva, mi sento su una strada a senso unico, senza via di uscita. Mi fanno sentire un niente, mi fanno sentire come le persone fotografate nude nel campo di concentramento, senza scelta. Eppure la mia dignità me la sono cucita io addosso guadagnandomela con i sacrifici, con il rispetto delle regole, con l’educazione, da bravo cittadino! E cosa mi ritrovo? Mi ritrovo uno Stato che mi ha appiccicato un’etichetta con il prezzo di valore che mi ha attribuito e cioè 6,58 euro al giorno! Questo prezzo l’ha stabilito lo Stato unilateralmente perché deve pagare lui, ma quando devo pagare io, da me pretende quasi il 60% del mio sudore. Gli aiuti ricevuti sono stati di privati che cercavano di essere utili, come potevano, in un momento tanto tragico. Ho riflettuto molto in questi 100 giorni e ho capito che le persone che si sono salvate da questo terremoto sono quelle decedute sotto le macerie, mi dispiace dirlo perché colpisco le famiglie che hanno perduto i loro cari, e chiedo scusa, ma è quello che penso. Vorrei che i membri di Governo, Regione, Provincia e Comuni venissero a vivere in tendopoli o accampati nei campi affinchè si potessero rendere conto di quanto stiamo vivendo. Non ho più voglia di sentire discorsi sulla ricostruzione, su come è importante stare e rimanere uniti, su come rinascera più bello il nostro Paese. Si parla, si parla… ma i fatti sono ancora lontani.Mettete a disposizione la liquidità, che avete già in tasca, a favore dell’Emilia prima che la gente, quella rimasta, vada via. Il terremoto non mi ha ucciso ma lo state facendo voi e in questo momento mi vergogno di appartenete a questo Stato.
Una cittadina di Rovereto

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