“Ni al Tosi-pensiero”

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Riqualificazione: è questa la parola chiave che, secondo il PdL di Carpi, dovrà essere la principale linea guida della Carpi del prossimo futuro. L’occasione per discutere dell’assetto della città è venuta dai commenti al Piano strutturale comunale (PSC) proposto nelle scorse settimane alla città. Il documento dell’Amministrazione – sedici pagine – disegna le linee di indirizzo della programmazione urbanistica cittadina nei prossimi anni. Nella ‘rilettura’ che del Piano fa il Centrodestra carpigiano, centrale l’idea che in città non debbano esistere ‘ghetti’, tanto da far dire al capogruppo Roberto Andreoli che “occorre recuperare i grandi stabili che oggi creano, e ancor più creeranno in futuro, parecchi problemi, sia per le situazioni di degrado che per la morosità di alcuni inquilini. Bisognerebbe spendersi per una riconversione di queste aree in strutture del terziario e commerciali ma, se servisse a risolvere la questione, noi siamo anche per l’abbattimento di strutture che già oggi sono, in buona parte, vuote. Fermo restando la ricollocazione degli inquilini ancora residenti”.

Dunque risistemare quello che già esiste ma che, per vari motivi, così com’è non funziona più. Ma non solo. Altre tre le idee-chiave: a Est, puntare decisamente sul Parco Lama; a Ovest, scommettere su futuri, grandi insediamenti produttivi da svilupparsi suoi terreni oltre l’autostrada. “Se per esempio la Coca Cola venisse a chiedere di poter costruire qui un suo stabilimento, con la disoccupazione che c’è io prenderei quantomeno la cosa in considerazione” spiega senza giri di parole Andreoli; formulare infine un piano di riconversione del vecchio Ospedale a struttura sanitaria protetta e per la lungodegenza, mantenendo le aree parcheggio, l’area verde e impedendo qualsiasi ulteriore edificazione in quella zona. “Se si legge il documento di Simone Tosi, tante cose possono essere condivisibili – spiega Andreoli – perché quale persona non sarebbe d’accordo nel desiderare una città più bella e più verde? Occorre però capire come questo verrà attuato, perché tempi e modi sono tutt’altro che certi.

Un PSC avrebbe già dovuto essere predisposto anni fa, quando fu varata la legge regionale che introduceva questo strumento. Ora invece vi si arriva tardivamente e, soprattutto, approfittandone non per trasferire il vecchio piano regolatore nel nuovo strumento – come dovrebbe essere – bensì per creare qualcosa di totalmente nuovo”. Il PdL pare essere decisamente affezionato a quello che si potrebbe definire ‘terziario avanzato’, proponendo per esempio incentivi e riduzioni di oneri per la riqualificazione con cambio di destinazione d’uso. Tutto questo nel quadro di un “blocco assoluto della nuova edificazione e rimodulazione generale in riduzione degli indici di edificabilità”. In sostanza il PdL rimane, con le sue richieste, nell’alveo del documento – il PSC – che è espressione e sintesi perfetta del Tosi-pensiero.

Correndo in questo modo il rischio di farsi ‘dettare l’agenda’ proprio dall’assessore il quale, giocando in casa, potrà agilmente condurre la partita. Questa è una possibile interpretazione – la più ingenerosa – delle prese di posizione del Centrodestra. L’altra potrebbe invece vedere espressa, nella condotta del PDL, la volontà di dialogare insieme su alcuni progetti seri per la città, in una logica di dare-avere nella quale, magari, ogni gruppo cerca di contribuire allo sviluppo urbano cercando di ‘portare a casa’ i risultati ai quali tiene maggiormente. Sia come sia, su qualsiasi discorso pesa una spada di Damocle che si chiama crisi economica.

Se l’Italia, e Carpi con lei, incominciasse nei prossimi anni a vedere la luce in fondo al tunnel, allora tutti i dibattiti sulla città futura acquisirebbero un senso molto diverso rispetto a quello che avranno se, ahinoi, le cose dovessero continuare a peggiorare. In quest’ultimo caso sarebbe come stabilire che costume indossare in spiaggia mentre fuori infuria una tormenta di neve.

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