“A rimetterci le penne son sempre i più deboli”

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“Vivere in una società che continua a tagliare stipendi base per la sopravvivenza, senza nemmeno valutare tagli in ambiti dirigenziali ove i guadagni abbondano, equivale a “perpetuare” un modello che pian piano sta distruggendo il tessuto di equità minima sociale”, dice Sebastiano. Sara, invece, spera “che il Comune voglia riconsiderare la sua posizione, irrispettosa dei diritti e delle competenze acquisite negli anni da parte di queste persone”.

Luigi sottolinea poi come “i ragazzi del front office della Biblioteca Loria abbiano sempre compiuto il proprio lavoro con dedizione e passione. Firmo per un atto dovuto e per un servizio che è un bene per la comunità”. Sono solo alcune delle dichiarazioni dei circa 400 cittadini che, in appena tre giorni, hanno firmato la petizione on-line – visionabile all’indirizzo www.firmiamo.it/esuberanti – promossa dal Bibliotecario Esuberante il nom de plume utilizzato dai 17 lavoratori della Cooperativa Euro&Promos che, dal 1° di aprile, perderanno il loro lavoro alla Biblioteca Loria di Carpi. Anche se forse il condizionale sarebbe d’obbligo, dal momento che i bibliotecari sembrano non aver alcuna intenzione di darsi per vinti.

Si moltiplicano infatti le iniziative per esercitare una pressione tale da far tornare su suoi passi l’Amministrazione Comunale: la petizione, ma anche una pagina Facebook, scioperi e volantinaggi. A dare man forte alla loro battaglia è arrivata, nei giorni scorsi, anche la lettera aperta alla città di Carpi, che reca in calce la firma di uno che, di queste cose, se ne intende: Stefano Parise, presidente dell’Associazione Italiana Biblioteche (AIB). Nella missiva Parise formula una richiesta precisa: “chiedo al sindaco e all’assessore alla Cultura di riconsiderare la loro decisione e di fare ogni sforzo per trovare una soluzione che salvaguardi il lavoro svolto in questi anni e dia continuità all’impegno e alla professionalità profusi dai giovani bibliotecari”. La posizione assunta non potrebbe esser più chiara. Pur dichiarando di non essere interessato a muovere rilievi all’Amministrazione, il presidente di AIB fa tuttavia notare come “resta il fatto che a rimetterci le penne, al primo soffiar del vento, sono gli anelli deboli della catena.

Diciassette professionisti che rischiano di essere sostituiti da lavoratori non qualificati, ai quali si chiederà di sopperire con la buona volontà finché non avranno acquisito un minimo di bagaglio professionale. Nell’attesa, a rimetterci saranno gli utenti”. Intanto il Comune prova a rispondere alle critiche, e lo fa per bocca dell’assessore alle politiche culturali Alessia Ferrari. “Dispiace molto sentirsi accusati di poca lungimiranza quando, invece di limitarci a tagliare servizi, riducendo ad esempio gli orari di apertura o azzerando le risorse per l’acquisto dei libri come è accaduto in altre realtà, stiamo lavorando duramente per cercare di salvaguardare la qualità della biblioteca”. L’Amministrazione replica a quanti l’hanno accusata di scarsa sensibilità al tema occupazionale, rimarcando alcuni dati riguardanti gli ultimi mesi: la stabilizzazione di tre persone del Settore Cultura; l’assunzione di quattro nuovi agenti di Polizia Municipale; la continuità occupazionale garantita a quattro persone in precedenza impiegate a Carpiformazione; la salvaguardia di numerosi posti di lavoro nel privato sociale grazie all’accreditamento.

Per quel che riguarda i dubbi rispetto a un possibile abbassamento della qualità del servizio bibliotecario, a causa dell’inesperienza dei dipendenti comunali che prenderebbero il posto dei 17 lavoratori ‘in scadenza’, si cita l’esempio della Biblioteca Ragazzi il Falco Magico. “Struttura presa ad esempio a livello nazionale, e interamente gestita da personale dipendente del Comune”. Certo, c’è chi potrebbe far notare come il Falco Magico sia una realtà completamente differente dalla Loria e che il dubbio sul mantenimento della qualità sia stato avanzato, tra gli altri, anche dal presidente dell’Associazione italiana biblioteche, non certo uno sprovveduto.

Fatto sta che la coperta è sempre più corta, e pare che i giovani bibliotecari saranno tra i primi a rimanere scoperti. “Dal 2009 al 2011 la spesa corrente è diminuita di più di 6 milioni di euro, cifra alla quale dovranno sommarsi ulteriori riduzioni pari a una cifra almeno equivalente sul Bilancio preventivo 2012”. Quindi, “se le risorse non ci sono, l’Ente Locale non può più fare investimenti in opere pubbliche. E’ perciò evidente che mancheranno opportunità lavorative”, conclude la Ferrari. Resta da vedere come la cittadinanza prenderà questa decisione.

Se, in mezzo a tanti problemi, sarà accolta con indifferenza; oppure se diventerà l’occasione per iniziare un più approfondito dibattito sul tema della cultura e dei suoi ‘costi’. Le firme sinora raccolte una prima indicazione di massima sembrano fornirla.

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