Angeli nel fango

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Tutti noi abbiamo ancora negli occhi le tragiche immagini delle alluvioni che hanno martoriato la Liguria e parte della Toscana. Territori massacrati dalla furia cieca dell’acqua e tanti, troppi morti. Immediati i soccorsi alla popolazione per tentare di strappare al fango e alle montagne di detriti, edifici e strade. Lunedì 7 novembre, la Consulta del Volontariato di Modena su mandato dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile, dal nostro territorio ha fatto partire otto volontari (Luigi Costi, Filippo Maria Pecorari, Paolo Righi, Romano Sabato, Luca Tenuta, Giuseppe Veronesi, Salvatore Maurizio Zinnia e Paolo Ascari), a cui se ne sono aggiunti 10 della provincia di Piacenza, alla volta di Borgetto Vara, comune della provincia di La Spezia impietosamente colpito dall’alluvione, che piange ben sette vittime. I due gruppi sono stati coordinati dal 53enne Paolo Ascari, aderente all’Associazione sportiva Volo Ultraleggeri Città di Carpi che, tornato nei giorni scorsi in città, ci ha raccontato le ferite di quella terra. “Siamo stati impegnati soprattutto nella ripulitura di strade e abitazioni, armati di badili, carriole, autopompe da fango e gruppi antincendio. I piani terra delle case sono ancora seppelliti da oltre un metro di fango, terra e detriti. Non ci sono gas, acqua corrente, luce… tutto è stato distrutto dalla bomba d’acqua che ha colpito la cittadina”. Anche il paesaggio intorno è desolato e desolante: “abbiamo affiancato alcune ditte private per monitorare le frane e mettere in sicurezza strade e ponti. Le colline intorno a Borghetto sono impregnate d’acqua e continuano a franare. Tutti i paesi della valle versano in condizioni terribili”. A Borghetto Vara, il più colpito dal maltempo, “la furia dell’ondata è stata talmente violenta da riuscire persino a risalire strade in salita. Il suo passaggio non ha risparmiato nulla: nei piani bassi degli edifici ogni portone, ogni finestra e ogni vetrina sono stati distrutti. La terra franata ha divelto alberi ad alto fusto che hanno letteralmente invaso il paese. Per ore abbiamo segato tronchi e accatastato legna per accendere fuochi e riscaldare le case prive di riscaldamento”. A Borghetto non si trova più un’auto funzionante; giacciono lì, accatastate, distrutte: grovigli di lamiere. “Due ponti si sono spaccati, laddove le tombature del fiume sono esplose a causa della forza dell’acqua incanalata sotto e in cerca di una via d’uscita”, continua Ascari. La gente pare rassegnata: “hanno perduto tutto, attrezzature, macchinari, abitazioni… commercianti ed esercenti non hanno più nulla. Tutto è stato spazzato via dall’alluvione”. Borgetto Vara, piccolo paese completamente costruito sul fiume, è in ginocchio. L’acqua non ha perdonato l’affronto dell’eccessiva urbanizzazione. Sette vittime ne hanno, purtroppo, pagato lo scotto maggiore.

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