Non ce l’ha fatta il Comitato di Migliarina a fermare i lavori dell’elettrodotto. Dopo anni di lotte il dado è stato tratto. A loro sfavore. L’elettrodotto si farà. E non sarà interrato. A deciderlo è stato il Tribunale amministrativo regionale con una sentenza che ha lasciato loro l’amaro in bocca. “Il Tar – ci spiega il portavoce del Comitato, Stefano Discosti – ha emesso una pre-sentenza con la quale ha rigettato la nostra richiesta di fermare in via preliminare gli inizi dei lavori, in attesa dell’esito della sentenza vera e propria. Speravamo in un pronunciamento diverso, poiché il ricorso aveva basi solidissime, ma non è andata così”. Il risultato? Le prime aree che ospiteranno i tralicci dell’alta tensione sono già state recintate. Nessun lieto fine quindi per una vicenda annosa e complessa. Il primo tracciato della linea elettrica – che ora taglierà i campi e i vigneti di Migliarina per giungere sino a Correggio – era in precedenza stato osteggiato dagli abitanti di Budrione, assolutamente contrari al suo passaggio tra le case della frazione. Un appello il loro che il Comune di Carpi accolse, a sfavore dei loro vicini. “Noi – continua Discosti – avevamo suggerito la strada dell’interramento ma non c’è stato niente da fare. Nessuna mediazione è stata possibile con l’Amministrazione Comunale che ha definito noi padroni e i residenti di Budrione cittadini”. Persino gli abitanti di via Cuneo, che grazie al nuovo elettrodotto otterranno la demolizione del loro, sono insorti contro gli “indignati” di Migliarina che denunciano una vera e propria collezione di “errori politici” da parte dell’Ente Pubblico. “Il Comune di Carpi ha firmato un accordo col costruttore Terna, demandando a questa società l’onere di trovare soluzioni idonee per superare il problema della prossimità dei tralicci in via Cuneo. Terna disegnò un primo tracciato che passava per Budrione, bocciato dai residenti – costituitisi in comitato – che contestavano il suo passaggio attraverso la frazione. Una scusa pretestuosa dal momento che lì Terna vi prevedeva l’interramento. Inspiegabilmente il Comune concesse al Comitato di Budrione di disegnare un percorso alternativo che, guarda caso, passava fuori dai loro terreni, aldilà dell’autostrada e in un’altra frazione: la nostra. E’ come se, dovendo giocare un’importante partita si concedesse a una delle due squadre in campo di scegliere le regole e il campo di gioco, con il beneplacito dell’arbitro, il Comune in questo caso”. Di mano in mano, la patata bollente è stata definitivamente scaricata. Il risultato? La campagna “violentata” dai tralicci vedrà deturpato per sempre il proprio volto. “Un vero e proprio scempio ambientale – conclude amareggiato Discosti – tutti i percorsi ciclabili immersi nel verde che dalla nostra frazione conducono, attraverso la campagna, fino alle casse di espansione del Tresinaro, passando per Torre Spuntona, un mirabile manufatto del ‘5oo, passeranno d’ora in poi, al fianco dell’elettrodotto. Abbiamo implorato di essere ascoltati. Invano”. “Sono un agronomo carpigiano – commenta Guido Barbieri – proprietario di un fondo agricolo su cui stanno realizzando due tralicci di questo elettrodotto. Non mi soffermo sulla pesantissima perdita di valore della proprietà, né sulla grande ferita nei sentimenti per la distruzione di quella che è una proprietà di famiglia in cui vivono degli affetti, ma vorrei invece sottolineare l’impatto devastante che avrà questa opera nel nostro territorio. Ai cittadini è stato risposto che il tracciato dell’ elettrodotto corre esternamente (ma molto vicino) alle Zone di Protezione Speciale (ZPS) dislocate nella zona di Migliarina; tuttavia con influssi che la Valutazione di Incidenza allegata al procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale non ha mai considerato. Mi permetto di osservare che non è con la costruzione di un elettrodotto da 132 Kv, a diretto contatto con queste zone, che si può pensare di garantire l’habitat ideale per le specie ornitologiche, migratici e stanziali. Aggiungo che, oltre al danno diretto alla ZPS denominata Valle delle Bruciate e Tresinaro l’elettrodotto attraversa in più punti le fasce di rispetto dei corsi d’acqua, in vicinanza dei quali vivono numerosi animali che non sanno di poter rimanere per non più di 4 ore sotto le linee dell’alta tensione, altrimenti subiranno dei danni. Ma la Regione e gli Uffici responsabili in materia di tutela ambientale del Comune di Carpi, se da un lato giustamente vigilano affinchè il territorio sia preservato, dall’altra lo dimenticano troppo facilmente. E alcuni movimenti ambientalistici, anni fa così attenti alla salvaguardia dell’Oasi posta dietro alla Chiesa di San Francesco (in zona ex Messaggerie, praticamente una buca acquitrinosa con pareti di cemento armato) – oggi hanno perso un’occasione molto più importante. Era sufficiente chiedere e pretendere ciò che già fanno in tutta Europa, cioè elettrodotti interrati per la tutela del territorio, per i diritti delle persone e per la salvaguardia delle specie animali”. Alle cicatrici della campagna, oggi non restano che rabbia e amarezza oltre, naturalmente, ai terreni deprezzati e ai rischi per la salute che solo il lungo periodo potrà palesare.
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