Il vento è cambiato

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“Berlusconi è stato messo definitivamente all’angolo. Il futuro siamo noi” Così il vicesegretario del Partito Democratico Enrico Letta ha aperto le danze della Festa nazionale del Pd di Carpi, venerdì 24 giugno. Ed è soprattutto sui temi della sostenibilità ambientale, dell’energia e della green economy che il Pd deve puntare poiché, “come i risultati referendari hanno ampiamente dimostrato è su queste tematiche che si deve costruire il futuro. E per far ciò è necessario cambiare passo e con urgenza”, ha più volte sottolineato Letta. Ed è proprio alla partecipazione dal basso e al protagonismo della gente, elementi emersi con forza in occasione del referendum, che occorre guardare con interesse, dice il vice segretario, “per costruire così un partito intelligente, stimolante, nel quale ciascuno possa trovare uno spazio. Perché la politica è di tutti e per tutti”. La cultura è cambiata, il clima del Paese anche, si respira una nuova sensibilità: “la salvaguardia dell’ambiente – continua Enrico Letta – non viene più percepita come un obbligo, una necessità, bensì come un atto di volontà. Per questo dobbiamo costruire insieme – cittadini e istituzioni – un nuovo modello di sviluppo; se questo diktat sarà un pilastro della nuova forza di Governo, allora si potrà creare occupazione, distribuire ricchezza con maggiore equità e, in futuro, abbassare i costi dell’energia”. Per la prima volta il “verde” non sarà un segmento, una postilla in un lungo programma elettorale bensì il fulcro stesso dell’azione politica: “Andremo al Governo essendo noi i verdi e ci faremo carico di questo tema, portatori di una nuova sensibilità, in una logica di lungo periodo. Questa è la nuova sfida politica e culturale che dobbiamo – e vogliamo – affrontare”, promette il vice segretario. Belle parole che però vanno accompagnate da azioni concrete, prima fra tutte la regolamentazione dell’acqua. “Applicare il risultato referendario comporta investimenti e normative parlamentari nuovi. Il pubblico rischia di diventare un carrozzone corrotto – ndr Parma – o ferraginoso e, quindi, non all’insegna dell’efficienza, mentre la logica di massimizzare il profitto del privato non è più sufficiente. Esiste qualcosa che sta in mezzo al pubblico e al privato e questa è una pagina bianca da scrivere. Credo che all’orizzonte si stiano prospettando scenari e novità davvero interessanti, all’insegna dell’economia sociale di mercato. Intorno al tema dell’acqua si può pensare a una gestione che veda protagonisti il mondo della cooperazione, del terzo settore, in una logica di efficienza e non di mero profitto”. Dare un calcio al capitalismo è una delle necessità individuate dal vice segretario Letta per tentare di ridare slancio a un Paese immobile e riequilibrare la forbice tra ricchezza e povertà. “Dovremmo fare nostro il testo straordinario e rivoluzionario dell’enciclica papale ????? veritas qualcosa??? e tentare così di ricomporre la frattura oggi esistente tra mercato e democrazia, tra lavoro e ricchezza, tra economia e società. Oggi in nome della produzione tutto è lecito e, una volta prodotto, si chiamano in causa la politica e la società per cercare di ridistribuire la ricchezza; questo approccio capitalista ha aumentato le disparità sociali e impoverito molte famiglie italiane. Occorre recuperare valori di solidarietà e partecipazione: le regole con cui si devono ridistribuire i profitti devono essere all’insegna della compartecipazione, sperimentando nuove formule di gestione”. E la conferenza di Letta non poteva che chiudersi nel segno di Berlusconi: “Non è ancora finita l’era di Berlusconi, perché più calano i consensi del Paese più i suoi ministri e parlamentari si abbarbicano agli scranni su cui sono seduti, perché sanno che presto dovranno abbandonarli e non ci sarà più ritorno. Il Governo cadrà perché la Lega gli stacca la spina o perché non reggerà di fronte alle sfide economiche che abbiamo dinanzi”. Non lesina Letta quando dice che Berlusconi ormai non è che un “ologramma” e che il PdL non “è un partito bensì la corte di un imperatore, in cui i commensali stanno raccattando le ultime briciole rimaste”. Non risparmia colpi il vice segretario del Pd: “la realtà è rappresentata dalle intercettazioni telefoniche nelle quali gli esponenti della Maggioranza dicono che Berlusconi è rincoglionito e non le mistificazioni ufficiali cui assistiamo quando sono davanti ai microfoni dei mass media”. E sul fronte Bossi, Letta incalza: “Il destino di un Paese è appeso a due personaggi al tramonto: Berlusconi e Bossi. Sono vecchi e patetici. Sono un danno per ognuno di noi. Noi diciamo elezioni subito, vogliamo un Governo legittimato dal popolo per fare riforme e far ripartire l’Italia”. Ma il Pd è una forza di Governo reale? “Il Governo Bersani lo sarà”, dice Letta fiducioso. Non ci resta che aspettare il definitivo tramonto di Berlusconi e vedere se il vento cambierà, in meglio.

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