Governo, Regioni ed enti locali hanno sottoscritto un’intesa che prevede la distribuzione su tutto il territorio nazionale di 50mila profughi. “Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni, nonché presidente dell’Emilia Romagna, è stato chiaro – ci spiega l’assessore alle Politiche Culturali del Comune di Carpi, Alberto Bellelli – l’accordo nazionale deve avere tre caratteristiche precise: il progetto di accoglienza profughi deve essere nazionale, ovvero ogni Regione, eccezion fatta per l’Abruzzo terremotato, deve fare la sua parte; le spese legate all’ospitalità – strutturali e di gestione – devono essere a carico del Governo, poiché gli Enti Locali ad oggi, non possono nemmeno permettersi un anticipo di cassa e, infine, chiarire la definzione di status di profugo. A Lampedeusa il numero di profughi è esiguo, ad essere esorbitante è invece quello degli altri stranieri che non godono dello status di profugo. Le migliaia di tunisini che hanno portato l’isola al collasso, non sono richiedenti asilo politico, sono stranieri che, per la legge italiana devono far ritorno in patria. L’accordo tra Governo e Regioni sull’accoglienza dei profughi provenienti dal Nordafrica, non è la panacea di tutti i mali e non svuoterà l’isola”. Sulla richiesta di ospitalità dei richiedenti asilo – si parla di una quota di 600 persone da ripartire per i comuni della Provincia di Modena, secondo il rapporto di mille immigrati ogni milioni di abitanti, annunciato dal Ministro Maroni, “noi ci siamo, esprimiamo totale solidarietà ai profughi, anche se ci aspettiamo un numero molto inferiore ai 50mila prospettati dal Governo, e siamo disposti a fare la nostra parte per tentare di risolvere l’emergenza umanitaria”, continua Bellelli. Sull’immigrazione clandestina invece, non vi è stata alcuna intesa e anche la nostra Regione ha servito al Governo il due di picche. “No a tendopoli o alla costruzione di nuovi Centri di identificazione ed espulsione – ha dichiarato Errani – qui di Cie ce ne sono già due (ndr Modena e Bologna) non ne vogliamo altri”. Le prefetture d’Italia intanto hanno ultimato i loro censimenti sulle strutture (caserme dismesse, istituti religiosi e altro) atte a ospitare i profughi e hanno trasmesso i loro dati al Viminale. I profughi dovrebbero essere ospitati in queste strutture e rimanervi non più di sei mesi, il tempo necessario per ottenere l’asilo grazie al quale potranno poi circolare liberamente su tutto il territorio nazionale. Restiamo in attesa di conoscere il verdetto del Viminale e, di conseguenza, la sorte del nostro Comune che tace ancora circa il numero massimo di persone che è disposto ad ospitare e sulle potenziali strutture da utilizzare.
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