Mio marito si chiamava Sirio e aveva 62 anni quando avvertì i primi sintomi”. Fabrizia Soncini racconta la sua storia nella speranza che possa servire a rendere la gente più consapevole della concreta pericolosità dell’amianto. E’ dura rievocare il calvario che le ha portato via il compagno di una vita, ma Fabrizia cerca di rompere il silenzio imponendo a tutti di vigilare perché l’amianto è intorno a noi. “Era l’agosto del 2008 ed eravamo tornati dalle vacanze ma Sirio appariva stanco e senza energie. Il medico, dopo una visita, gli prescrisse delle lastre al polmone e, da queste, risultò un versamento pleurico. Dopo una settimana di antibiotico però nulla era cambiato e, a quel punto, fu richiesta una tac. “Sospetto mesiotelioma pleurico maligno” fu il responso. Il tumore maligno della pleura è provocato dall’esposizione all’amianto e colpisce in particolare i lavoratori che sono rimasti in contatto con questo silicato dal potere cancerogeno molto elevato e che ha avuto larga diffusione in Italia nel dopoguerra per le sue caratteristiche di resistenza, potere ignifugo e fonoassorbente. Sono state oltre 3mila le vittime dell’amianto nelle città italiane in cui erano presenti gli stabilimenti della multinazionale Eternit (Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera e Bagnoli) come stabilito durante lo storico maxi processo ancora in corso a Torino. Nella nostra zona l’unico caso è quello della Superlit di Rovereto che produceva ondulati in eternit. “Nella sua vita lavorativa Sirio non è mai stato a contatto diretto con l’amianto, ma il mesotelioma da esposizione ambientale è in costante crescita tra la popolazione”. Una brutta storia che avrà il suo apice di morte nel 2018 perchè il tempo di latenza del tumore al polmone provocato dalle fibre di amianto può superare anche i 40 anni. Alla ricerca di un perché, Fabrizia si è presto resa conto che l’amianto è dappertutto: nei capannoni e in tante strutture coi tetti in eternit, in cantieri dismessi, nelle tubature, nelle serpentine dei phon o abbandonato da chi non si vuole far carico dei costi della bonifica. “Ora mi viene naturale guardarmi attorno e vedere eternit ovunque! E avere paura per tutti noi, ma anche per i nostri figli e nipoti. Perché l’usura dovuta al tempo e alle intemperie, rende l’amianto un killer insidioso. Quando si corrode e si sbriciola, le sue invisibili particelle si diffondono nell’aria, trasportate dal vento, e si depositano dove capita”. Sono stati mesi di speranza e poi di rassegnazione perché il mesotelioma non lascia scampo: l’aspettativa di vita è di sei mesi. Mesi di disperazione, sconforto, senso di impotenza e rassegnazione; poche le opportunità di nutrire una speranza. Fabrizia soffre ancora per la perdita del marito ma ha deciso che è tempo di rompere il silenzio: insieme ad altri cittadini di Carpi e di Reggio Emilia ha fondato il 20 ottobre 2010 il Cora, Comitato Osservazione Rischio Amianto. “Siamo tutte persone che hanno condiviso nel tempo e per ragioni differenti la problematica dell’amianto. Pur rappresentando una questione di interesse pubblico avvertiamo che se ne parla raramente e mal volentieri, con il rischio di creare intorno a questo problema indifferenza, scarse e inadeguate informazioni, mancata sensibilità”. Il Cora nasce per diffondere e coinvolgere l’opinione pubblica rispetto al rischio che l’amianto provoca per la salute umana e per l’ecosistema. “I cittadini devono segnalare alle istituzioni competenti i siti da bonificare e Ausl e Amministrazione Comunale devono controllare e rimuovere le costruzioni in eternit non integre, per il bene di tutti”. La mappatura aggiornata degli edifici pubblici o privati aperti al pubblico, in cui è presente l’amianto a Carpi, secondo l’Arpa dell’Emilia Romagna che ne affida il controllo all’azienda Usl, comprende il Liceo Fanti, il caseificio sociale di Gargallo, la parrocchia di Migliarina, il cinema Ariston di San Marino, la Pol. Nazareno, la scuola alberghiera Nazareno, l’Ospedale di Carpi, l’Ipsia Vallauri, lo spogliatoio dei campi da calcio di via Salvaterra. La mappatura è aggiornata al 23 dicembre 2010, ma a questi edifici si devono aggiungere tutti quelli che non sono aperti al pubblico e restano da bonificare. Per questo Fabrizia chiede a tutti di stare con gli occhi ben aperti: una promessa fatta a Sirio e a se stessa.
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