Vertenza Goldoni: fumata nera al Mise

All'incontro al Mise, Arbos Lovol ha comunicato di aver depositato al tribunale di Modena la richiesta di concordato liquidatorio. “Il comportamento della proprietà è assurdo e incredibile”, commenta l’assessore regionale Colla.

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Il presidio davanti alla Goldoni

“Un comportamento assurdo e incredibile che mette in discussione la leale collaborazione fra Istituzioni”. E’ questo il commento di Vincenzo Colla, assessore allo Sviluppo economico e lavoro della Regione Emilia-Romagna, al termine dell’incontro convocato oggi, venerdì 18 settembre, a Roma nella sede del Ministero dello Sviluppo economico per trovare soluzioni alla crisi della Goldoni, storica azienda di macchine agricole di Migliarina di Carpi.
Alla presenza del sottosegretario Alessandra Todde, i rappresentanti cinesi di Arbos Lovol, nonostante fosse stato loro esplicitamente chiesto di non procedere ad atti unilaterali prima del tavolo ministeriale, hanno comunicato di aver depositato al Tribunale di Modena la richiesta di concordato liquidatorio.
“Il termine concordato liquidatorio in Italia significa chiusura, vuol dire mettere la parola fine a un marchio storico italiano, lasciare sulla strada 220 lavoratori con le loro famiglie e mettere in difficoltà centinaia di altri lavoratori dell’indotto. A questa decisione irragionevole – sottolinea l’assessore Colla – si è aggiunta una novità: a domanda precisa sulle sorti di Arbos la proprietà, che solo 10 giorni fa ci assicurava essere strategica per ricerca e sviluppo, oggi non è stata in grado di dare una risposta. Il sottosegretario Todde – aggiunge Colla – rimarcando il comportamento inaccettabile dell’azienda ma anche l’esigenza di ripristinare una collaborazione istituzionale leale fra i nostri due Paesi, ha avanzato considerazioni opportune e convincenti, che condividiamo pienamente. In attesa della convocazione del prossimo tavolo, come Regione Emilia Romagna diamo piena disponibilità al Ministero per trovare tutte le possibili soluzioni che possano dare una risposta industriale sostenibile sia dal punto di vista finanziario che occupazionale e sociale. Ai lavoratori e alle istituzioni locali confermo la vicinanza e il sostegno mio personale e di questa Regione per la mobilitazione in atto”.

“Anche davanti al Ministero – scrive in una nota la Fiom/Cgil Modena – Lovol non è stata in grado di dare risposte. Non ha risposto alla domanda sul destino di Arbos, ma soprattutto non ha risposto all’esigenza di destinare le somme necessarie alla continuità di impresa. Il tribunale ancora non si è ancora espresso, ma risulta evidente che ad oggi Lovol conferma il proprio disimpegno, mettendo a rischio la continuità aziendale. Qualora l’atteggiamento di rapina e sciacallaggio dl know how venisse confermato da Lovol, sarebbe chiara indicazione delle linee guida del Governo cinese nella conduzione dei rapporti economici e commerciali con il nostro Paese”.

Sconcerto anche quello espresso dal sindaco di Carpi, Alberto Bellelli: “anche in questa occasione la proprietà ha ribadito la non volontà di reinvestire in questa azienda. La sottosegretario Todde ha chiesto alla proprietà di affrontare questa non come un vicenda aziendale bensì politico-istituzionale. Diplomatica. Di mezzo c’è il rapporto tra Italia e Cina, perché nessuno deve venire qui a fare shopping”.

 

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