“Noi siamo paura, ma possiamo diventare coraggio e riuscire così a essere migliori”

Solo un violento temporale e la pioggia hanno fermato, dopo oltre un’ora di dialogo il filosofo e teologo Vito Mancuso, ospite della terza serata di Ne Vale La Pena Estate.

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1963
Pierluigi Senatore, Vito Mancuso e Alberto Bellelli

Solo un violento temporale e la pioggia hanno fermato, dopo oltre un’ora di dialogo il filosofo e teologo Vito Mancuso, ospite della terza serata di Ne Vale La Pena Estate. Nel corso dell’incontro Mancuso, con il suo tono pacato e la capacità di spiegare concetti complessi in modo semplice, ma non banale, ha tratteggiato gli aspetti del “coraggio” e della “paura” protagonisti del suo ultimo libro uscito all’indomani del lockdown con riflessioni, idee e pensieri su come confrontarsi con la paura (“per convivere con la paura è fondamentale la saggezza e circondarsi del bello”) e il coraggio (“dire di essere coraggiosi e di non aver mai avuto paura è da incoscienti. Tutti gli esseri viventi hanno paura in modo più o meno consapevole”.)

In epigrafe si legge “L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno – diceva Giovanni Falcone – E’ saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco il coraggio è questo, altrimenti è incoscienza”. Proprio a Il coraggio e la paura, Vito Mancuso dedica il suo ultimo saggio, edito da Garzanti. “La paura – ha detto Mancuso – è l’emozione che più di altre sta segnando in profondità questi giorni: ci toglie il respiro, ci costringe sulla difensiva e al contempo ci rende istintivamente più aggressivi. Ma avere paura – suggerisce Mancuso – non è sempre un’esperienza totalmente negativa e nelle situazioni estreme sa far emergere con più chiarezza la verità su noi stessi: è solo quando realizziamo di essere incatenati che possiamo intraprendere il percorso verso l’autentica libertà”. Nel suo intervento Mancuso ha proposto una riflessione sul valore e sul carattere positivo di questi sentimenti, la paura e il coraggio, che ci attraversano in momenti diversi della nostra vita. Mancuso ha sottolineato che “il contatto con il pericolo può aiutarci a comprendere chi siamo: una mente impaurita, senza dubbio, ma in potenza anche un cuore che supera il timore, per conoscere e poi sconfiggere con il coraggio i pericoli della realtà. Come dire, noi siamo paura, ma possiamo diventare coraggio e riuscire così a essere migliori”. Poi è arrivata la pioggia e un arrivederci a Carpi in futuro per riprendere il discorso.

P.S.

 

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