La vita dei pendolari resta dura

Sulla tratta Modena – Carpi – Mantova è garantito a oggi il 40% delle corse, i treni sono vecchi e la loro pulizia è complicata, non tutti i viaggiatori rispettano le norme anti Covid. “Se si vuol far ripartire il servizio, bisogna trovare il modo per far rispettare le regole e non solo quelle legate all’epidemia: non si può contare solo sulla buona volontà delle persone” sottolinea Angelo Frascarolo, presidente del Comitato Utenti Ferrovia Modena-Carpi-Mantova.

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Sono appena passate le 11 di mattina e la calma alla Stazione ferroviaria di Carpi regna sovrana: in biglietteria ci sono due persone in coda e rispettare le distanze di sicurezza non è un problema.

“La riduzione delle persone in movimento – precisa Angelo Frascarolo, presidente del Comitato Utenti Ferrovia Modena-Carpi-Mantova – è evidente: la modalità di lavoro in smart working prosegue per tanti lavoratori, sono assenti gli studenti e gli insegnanti ed è ovvio che chi si deve spostare prediliga l’auto privata per una maggiore sicurezza rispetto alla possibilità di contagio”. Non si vedono più treni affollati di pendolari come succedeva fino a qualche tempo fa.

“In base alle rilevazioni, nei mesi di marzo e aprile ha circolato il 6/7% delle persone che normalmente si servono dei treni in Emilia Romagna. In piena emergenza Coronavirus, Trenitalia ha diminuito il numero di corse disponibili perché mancavano i viaggiatori, oggi i viaggiatori ci potrebbero essere ma non tutte le corse sono state ripristinate e il servizio ferroviario resta ridotto. Se paradossalmente Trenitalia cancellasse tutti i treni, i viaggiatori si ridurrebbero a zero: è ciò che si vuole?” chiede provocatoriamente Frascarolo.

Per evitare il massiccio ricorso all’auto privata e incentivare la mobilità sostenibile c’è da rimediare alle carenze croniche del servizio pubblico di trasporto a cui si aggiungono le criticità dovute all’epidemia. “Dal 3 giugno sulla Modena-Carpi-Mantova c’è una coppia di treni in più per ridurre la durata del buco di 4 ore della mattina, ma era garantito nelle ultime settimane il 40% delle corse, una percentuale inferiore alla media regionale che era intorno al 60/70%. Un ulteriore potenziamento è stato disposto a partire dal 14 giugno in occasione dell’avvio dell’orario estivo. L’offerta è arrivata a una percentuale del

68% rispetto al servizio offerto la scorsa estate quindi inferiore a quella che sarebbe stata in assenza dell’epidemia. In Regione la cifra, secondo i

dati forniti, sale al 95%”.

Nonostante la Regione abbia annunciato rimborsi in arrivo per i pendolari che non hanno potuto usufruire del servizio nel periodo del lockdown, ora si sta valutando la possibilità di un ristorno tramite voucher “ma c’è chi ha concluso il corso degli studi e chi ha perso il lavoro: nessuno di loro avrà più bisogno né dell’abbonamento, né del voucher. Se teniamo presente che alle imprese ferroviarie viene garantito il pagamento completo del servizio, non si capisce perché non debbano rimborsare in denaro i pendolari”.

Le segnalazioni riguardano anche la pulizia, perché nonostante la sanificazione prevista dalle normative, nei treni Vivalto di quindici anni fa in servizio oggi sulla tratta Modena-Carpi-Mantova la sporcizia si è stratificata nel corso del tempo e diventa difficile l’opera di pulizia.

I problemi sono legati, infine, anche alla reale capacità di rispettare le più semplici norme di sicurezza. “Non tutti i viaggiatori portano la mascherina e i guanti e non tutti si siedono in modo alternato rispettando il distanziamento sociale come stabilito dai divieti di utilizzo delle sedute sui treni. Non può essere il singolo capotreno a far rispettare le regole, perché ha paura delle conseguenze. Ci sono tanti maleducati che non si curano nemmeno di prestare attenzione alla distinzione delle fasi di salita e di discesa, che serve per evitare contatti fra viaggiatori. Se si vuol far ripartire il servizio, bisogna trovare il modo per far rispettare le regole e non solo quelle legate all’epidemia: non si può contare solo sulla buona volontà delle persone”.

Sara Gelli

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