Il lockdown raccontato per immagini

Gli scatti del Gruppo Fotografico Grandangolo che raccontano la nostra quotidianità sospesa.

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I mesi di distanziamento sociale e l’impossibilità di incontrarsi non hanno fermato le attività del Gruppo Fotografico Grandangolo di Carpi, segno che la creatività e l’espressione artistica non dipendono dalle restrizioni per poter trovare modo di esprimersi. In particolare, da questi strani mesi sono emersi 10 scatti, selezionati tra i circa settanta che sono stati inviati per prendere parte a #IOVIVOACASA, il concorso interno ai membri del Grandangolo lanciato a inizio aprile fino al 5 maggio scorso. La regola per partecipare era semplice: scattare fotografie senza spostarsi da casa, vivendo le costrizioni imposte alla popolazione. Ne sono scaturite immagini di una quotidianità irreale, fatta di schermi elettronici, ombre sui muri, oblò di lavatrici che paiono essere quelli di una nave che sta per affondare, librerie e, nemmeno a dirlo, bustine di lievito. Oltre a qualche miraggio di prospettiva rubato da un balcone o da un giardino comunque incapace di restituire prospettive ampie. Un racconto minimo e intimo, quello delle immagini di Claudia Cavazzuti, Luca Malavasi, Elena Italiani, Gabriella Ascari, Andrea Aldini, Marco Vicenzi, Luciana Poltronieri, Fabio Bertani e Luca Malavasi – che rimanda al silenzio vissuto in questi mesi sospesi, a una noia che assume, a tratti, tinte angoscianti. “L’idea è emersa quasi per caso – commenta il presidente del Grandangolo, Danilo Baraldi – dopo che avevamo ripreso a vederci, almeno virtualmente, tramite webcam, dopo quasi un mese di stop. Abbiamo così pensato di mettere in fotografia i momenti che stavamo vivendo e, inevitabilmente, le immagini arrivate sono uno spaccato di quel che sta capitando a tutti. A emergere è un senso di grande malinconia, ma la creatività dei nostri soci è, per fortuna, la stessa di sempre. Anch’io ho partecipato al contest, seppur con uno scatto leggermente fuori tema: mi sono infatti ritrovato a fotografare un parco, con l’erba alta fino al mio ginocchio, la prima volta che sono uscito dopo tanti mesi, il 5 maggio”. Ormai la voglia dei membri del Grandangolo di ritrovarsi fisicamente è tanta, e questa distanza si è fatta sentire pesantemente per persone abituate a vedersi ogni martedì sera per tutto l’anno, presso la Casa del Volontariato, o all’esterno in luglio e agosto. Ma il lockdown ha portato con sé anche qualche scoperta positiva: “il fatto di vederci soltanto in videoconferenza ha consentito di prendere consapevolezza di una possibilità che rimarrà anche conclusa l’emergenza, quella cioè di poter dialogare anche a distanza. In questo senso, se volessimo invitare un fotografo geograficamente molto lontano, potremmo farlo. Un aspetto, questo, emerso anche a livello nazionale con la FIAF – Federazione Italiana Associazioni Fotografiche che ha organizzato diverse video conferenze. Se insomma in questi mesi siamo stati costretti a stare lontani dalle persone anche a noi più vicine, in futuro quel che abbiamo imparato ci servirà per stare vicino alle persone anche più lontane”.

Marcello Marchesini

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