Le mascherine erano introvabili e così ci siamo messi in gioco

Hanno superato quota 15mila mascherine e non hanno alcuna intenzione di fermarsi. “Fino a quando potremo, continueremo a tagliarle e a confezionarle, perché il bisogno continua a crescere dal momento che l’emergenza coronavirus non è ancora finita”, spiega Alice Aldrovandi.

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Consegna ai Vigili del Fuoco

Hanno superato quota 15mila mascherine e non hanno alcuna intenzione di fermarsi. “Fino a quando potremo, proseguiremo a tagliarle e a confezionarle, perché il bisogno continua a crescere dal momento che l’emergenza coronavirus non è ancora finita. Le nostre mascherine non sono presidi medici né DPI ma, come si legge nero su bianco nell’art. 16, comma 2, del D.L. 18/2020, il nostro operato è lecito poiché siamo in grado di garantire la sicurezza del prodotto”. A parlare è l’imprenditrice Alice Aldrovandi che, insieme ad alcuni compagni di viaggio, Gennaro, Alessandra e Anna Maria, dal 19 marzo scorso, stanno producendo mascherine di cotone lavabili.

Soprattutto all’inizio della pandemia, prosegue Alice, “le mascherine erano introvabili e così abbiamo deciso di metterci in gioco per il bene della collettività. Ci siamo scontrati con numerosi muri e porte chiuse in faccia ma alla fine la nostra tenacia e il forte senso sociale ci hanno premiati. Non abbiamo mai mollato perché non era quello il momento di farsi spaventare dalla burocrazia”. A spingere il gruppo è stato il “desiderio di aiutare i nostri concittadini, mettendoli nelle condizioni di proteggersi e sentirsi più sicuri. Ecco perché non abbiamo mai pensato di lucrare su questo bene prezioso bensì di metterlo a disposizione in modo assolutamente gratuito”.

Le mascherine hanno già fatto il giro d’Italia e in alcuni casi hanno varcato i confini nazionali: “ne abbiamo spedite per posta in ogni angolo del Paese e, ancora, in Francia, Portogallo e Romania. Molte sono finite a proteggere nasi e bocche delle Forze dell’ordine, dei Vigili del Fuoco… la voce si è sparsa in fretta e noi le abbiamo fatte recapitare a tutti coloro che ne hanno fatto richiesta. Sono profondamente amareggiata che Carpi, la nostra città, sia quella che ne ha beneficiato meno. Ma nonostante questo non ci siamo arresi e altri comuni a noi vicini ci hanno appoggiato e pur non potendo distribuirle direttamente in quanto prive di certificazione, le hanno dirottate sulle realtà, perlopiù associative, che ne avevano bisogno”, prosegue Alice Aldrovandi.

Le mascherine, realizzate con “due strati di cotone dalla trama fitta, divisi da una striscia interna di Tnt come filtrante, vengono sterilizzate col vapore a cento gradi di una pressa e possono essere riutilizzate dopo un lavaggio o in lavatrice fino a 90 gradi o sterilizzate mettendole in acqua bollente a 100 gradi”. Tanti hanno sostenuto questo progetto, conclude Alice Aldrovandi, “donandoci tessuto o con offerte volontarie. Il cuore della gente di Carpi è sempre grande e di questo sono orgogliosa: uniti si arriva alla meta”.

Jessica Bianchi