Coronavirus, l’Emilia-Romagna diventa Hub nazionale per la Terapia intensiva

Con un investimento di oltre 26 milioni di euro, nasce il Covid Intensive Care: 146 posti letto sempre disponibili. Una struttura a rete di supporto alle terapie intensive regionali, per fronteggiare tutte le situazioni previste e accogliere pazienti dagli altri ospedali nella fase di ritorno alle proprie funzioni ordinarie. Oltre a essere a disposizione della rete di emergenza nazionale. Sei le realtà individuate: Ospedale Maggiore di Parma, Ospedale Maggiore e Policlinico Sant'Orsola a Bologna, Policlinico e Ospedale di Baggiovara a Modena e Ospedale Infermi a Rimini.

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L’Emilia-Romagna diventa Hub nazionale per la Terapia Intensiva, entrando a far parte della struttura che sta costituendo il Ministero della Salute. Con un progetto della Regione e un investimento di oltre 26 milioni di euro, nasce sul territorio il Covid Intensive Care: una rete di terapie intensive con 146 posti letto sempre utilizzabile, per assistere pazienti che si sono ammalati o si potrebbero ammalare di Coronavirus.
La rete, infatti, sarà strutturale: oggi serve per questa emergenza, ma rimarrà in futuro a disposizione per affrontare eventuali, diverse necessità sanitarie che richiedono il ricorso alla terapia intensiva e sub-intensiva. A disposizione dell’Emilia-Romagna e di tutto il Paese.
Sei le realtà individuate, dove verranno effettuati lavori di ristrutturazione – o completamento – di reparti ospedalieri o la realizzazione di strutture ad hoc. Queste ultime, sono costituite da moduli con struttura autoportante con caratteristiche strutturali, termo-acustiche, antincendio, sismica e di sanificazione compatibili con la destinazione a terapia intensiva per pazienti infettivi, tali da garantire la sicurezza degli operatori sanitari. I centri avranno tutti gli ambienti richiesti dalle norme di accreditamento nazionale e quelli che dà dopo il Covid si rendono necessari, a partire dalle ampie aree per vestizioni, svestizioni e sanificazione. Il tutto seguito da nuovi protocolli organizzativi, organizzazione di processi che oggi in particolare sono ulteriore fonte di garanzia per la sicurezza.
L’investimento complessivo è di oltre 26 milioni di euro, fondi regionali, statali già a disposizione della Regione Emilia-Romagna, donazioni e attrezzature dedicate fornite dalla Protezione civile nazionale (per 9,5 milioni di euro).
Già avviata, da parte delle Aziende sanitarie, la progettazione degli interventi. Si tratta dell’Ospedale Maggiore di Parma, del Policlinico Sant’Orsola e dell’Ospedale Maggiore a Bologna, del Policlinico e dell’Ospedale Civile di Baggiovara a Modena e dell’Ospedale Infermi a Rimini.

Le strutture assisteranno pazienti Covid con una modalità in rete rispetto alle terapie intensive regionali, facendo fronte a tutte le situazioni previste. Anche nel caso la curva epidemiologica si attenuasse in Emilia-Romagna ma si acutizzasse in altre regioni del Paese. E comunque costituiranno dotazione permanente di terapia intensiva del sistema sanitario regionale.

“Lavoriamo sull’emergenza oggi, ma guardando da subito al domani, per essere in grado di affrontare in modo strutturale e stabile qualsiasi scenario, ha affermato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che ha presentato il progetto oggi in una diretta video insieme al ministro della Salute, Roberto Speranza, e all’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini.

“Anche se gli ultimi dati parlano di una riduzione degli ingressi in terapia intensiva per Coronavirus, è fondamentale continuare a disporre di un numero di posti letto adeguato e dedicato a questi malati e più in generale alle cure intensive, raggiungendo un livello ottimale di adeguatezza”, ha aggiunto l’assessore Donini.

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