Palazzo delle Lame: la sistemazione della chiesetta è solo il primo passo

Sorge sul confine tra Cortile e Rovereto ma, ormai, del suo antico splendore, non è rimasta alcuna traccia. “Il Palazzo delle Lame, purtroppo, è ormai perduto”, commenta Lauro Tavernelli del Gruppo Storico Novese, ma per la chiesetta che sorge accanto, al contrario, vi sono novità in arrivo.

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Il Palazzo delle Lame in una bellissima immagine fornita dal Gruppo Storico Novese

Sorge sul confine tra Cortile e Rovereto ma, ormai, del suo antico splendore, non è rimasta alcuna traccia.  “Il Palazzo delle Lame, purtroppo, è ormai perduto”, commenta Lauro Tavernelli del Gruppo Storico Novese, ma per la chiesetta che vi sorge accanto, al contrario, vi sono novità in arrivo.  “Il palazzo – spiega Tavernelli – venne costruito in una data incerta dopo il 28 agosto 1386, quando il territorio di Rovereto venne ceduto alla famiglia Pio di Carpi dall’imperatore Venceslao e fungeva da centro amministrativo dell’enorme latifondo su cui era costruito.

Nel 1508 tutta la tenuta, che arrivava a lambire l’odierna strada provinciale Novi-Concordia, località Gruppo compresa, venne ceduta dal duca Alfonso primo d’Este alla mensa episcopale di Bologna, in cambio dei feudi di Cento e Pieve di Cento. Il latifondo Lame, con sopra il palazzo, ritorna poi al duca Cesare (dei marchesi di Montecchio) d’Este nel 1598, dopo la devoluzione di Ferrara al cardinal Aldobrandini per conto dello Stato Pontificio. Nel 1750 gli Este concessero le Lame in feudo a Bartolomeo Guidelli dei conti Guidi di Modena, i cui eredi, nel 1860, hanno dovuto cederlo allo stato unitario (Italia). Lo Stato lo ha poi venduto in seguito al cavalier Amadio Levi di Reggio e nel 1924 fu acquistato dai signori Pavesi di Moglia”.

Ed è proprio il signor Gianangelo Ferrari, erede della famiglia Pavesi e proprietario di questo prezioso patrimonio a cui il sisma del 2012 ha inflitto un colpo durissimo, ad annunciare il progetto di riqualificazione della chiesetta.

La chiesetta che verrà restaurata

“In occasione del nostro recente matrimonio, mia moglie ed io abbiamo deciso di destinare la nostra lista nozze per il restauro della Chiesetta. Abbiamo affidato l’opera all’architetto Sandra Losi che con il suo staff di esperti sta sviluppando le varie fasi progettuali. E’ stato effettuato un rilievo dello stato di fatto e il cronoprogramma prevede dapprima un intervento teso ad arginare il degrado e a mettere in in sicurezza le pareti, dopodiché – prosegue Ferrari – valutate le migliori soluzioni di conservazione, inizieremo a confrontarci coi tecnici comunali circa le varie alternative progettuali. La Chiesetta, bene a me molto caro, ha un vincolo del Comune che ne sancisce il restauro scientifico, il quale implica un intervento complesso teso alla salvaguardia di tutto ciò che è superstite e al ripristino delle parti mancanti in modo armonioso ma riconoscibile. Confidiamo di poter trovare la miglior soluzione e rendere fruibile per la comunità in tempi brevi un bene a cui molti sono legati”.

Il destino del Palazzo delle Lame invece resta incerto: “purtroppo – spiega Gianangelo Ferrari – la spesa per ridare vita al Palazzo è al momento assolutamente al di fuori della nostra portata. Un’azione che, con le nostre sole forze, è inimmaginabile. Ci siamo confrontati con il Comune di Novi di Modena per cercare un aiuto per metterlo almeno in sicurezza – operazione assai complessa dopo il crollo della parte ovest causato dal terremoto – ma, nonostante l’interesse e la sensibilità dimostrati dagli amministratori, purtroppo al momento non vi sono fondi a disposizione”.

L’auspicio del signor Ferrari è che la sistemazione della chiesetta, possa costituire “un primo passo per muovere le acque. Chissà che dopo tale intervento non possa nascere qualcosa”. Una cordata, una gara di solidarietà, una onlus… d’altronde la piccola Rovereto è riuscita a fare grandi cose grazie alla nascita di Tutti insieme a Rovereto e Sant’Antonio.

Jessica Bianchi