Riparto da zero

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L’ufficialità della nomina è contenuta nella nota relativa agli affidamenti di nuovi servizi pastorali del vescovo della Diocesi di Parma Enrico Solmi: vi si legge che “don Roberto Vecchi, presbitero Fidei donum della Diocesi di Carpi, diventa presbitero moderatore della Nuova Parrocchia n. 48 di San Martino vescovo, assumendo la parrocchialità di tutte le parrocchie che la compongono (Varano de’ Melegari, Fosio, Montesalso, Serravalle, Specchio, Vianino e Viazzano)”.
Non si tratta di cosa da poco per la Diocesi di Carpi. Don Roberto, entrato in Seminario a diciannove anni, ha trascorso otto anni come vice parroco a San Bernardino ed è stato stato nominato parroco a Sant’Antonio in Mercadello dove è rimasto per sei anni prima di essere nominato nella Parrocchia di Fossoli che regge da dieci anni. Era parroco da poco quando si verificò il terremoto che, in questa frazione in particolare, ha lasciato un segno indelebile.
“Il campo tende fu allestito nel prato dietro alla parrocchia: nella difficoltà e nella sofferenza abbiamo vissuto un tempo straordinario di vicinanza gli uni agli altri, in cui abbiamo ricevuto in misura maggiore rispetto a quanto abbiamo dato. Ed è stata anche una grande occasione di dialogo”. Nella frazione, che conta 4mila abitanti, la chiesa non è ancora agibile e la Santa Messa viene celebrata nel salone parrocchiale: pur essendo abbastanza recente, l’edificio del 1993 è stato concepito con il tetto appeso e, in una zona che si è mostrata fortemente sismica, questa idea progettuale si configura come una fragilità. La precarietà lunga sette anni ha indotto tanti fedeli a migrare altrove ma, secondo don Roberto, “sembra che la situazione si stia sbloccando. Nonostante la fatica di questi sette anni senza una chiesa, tutti qui in parrocchia hanno dato tantissimo, a partire dalle suore della Madonna del Divino Amore che gestiscono l’asilo parrocchiale”.
Per ventitré anni assistente di Azione Cattolica, “associazione con respiro diocesano e parrocchiale ma con un’attenzione alla Chiesa a tutto tondo”, don Roberto ha affiancato giovani e adulti affinché potessero diventare “laici ben formati per servire il Signore nell’evangelizzazione e nell’annuncio”.
Oggi, a 52 anni, la decisione di cambiare.
“Nonostante il Codice di diritto canonico non fissi un limite di tempo, in tante diocesi, come permesso dalla Cei, è stata limitata a nove anni la durata in carica del parroco. Il cambiamento consente infatti di uscire da certi automatismi, dalla propria confort zone, per far sì che la forza del Signore di manifesti. C’è questa esigenza alla base della decisione di lasciare Fossoli. La condizione di precarietà e fragilità che la situazione inedita comporterà mi farà sentire la carezza di Dio più vicina. Nella nuova parrocchia nessuno mi conosce ma sono pronto a mettermi in gioco sperando di poter ricevere compassione e misericordia: così come il parroco si prende cura della comunità, questa si prende cura del parroco ma non è così semplice amare e lasciarsi amare. Anche in caso di fallimento, vivrò la tenerezza della misericordia di Dio e questa scelta rappresenterà comunque un passaggio di crescita spirituale perché mi permetterà di sentire la vicinanza della protezione del Signore. E’ un modo per far sì che il Signore si manifesti”.
Andare fidei donum consentirà a don Roberto di rimanere per tre anni in base al contratto a tempo siglato tra i vescovi delle due diocesi ed è lo stesso don Roberto a spiegare la scelta di Parma: “il vescovo Solmi mi conosce da quando avevo diciannove anni perché era vice rettore in Seminario a Modena durante la mia permanenza. Resto incardinato a Carpi e spero di tornare più convertito, più cristiano, più innamorato di Dio e più capace di far innamorare”.
Poi scherza don Roberto. “Sono pigrissimo… ma nemmeno l’idea di dover inscatolare le centinaia di libri che sono nel mio studio potrà fermarmi”.
Sara Gelli

 

   

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