Coltivare senza veleni

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Le battaglie ambientaliste dagli Anni Settanta  si sono susseguite, tra errori, ritardi nelle proposte alternative e disinformazione voluta dai produttori di pesticidi, ma sono state la base per la sensibilità e l’attenzione che si sta registrando in tutto il mondo. A partire dai giovani che oggi si stanno mobilitando in massa per ottenere un ambiente migliore di quello che stiamo lasciando loro in eredità.
Alle radici di tutto questo, c’è l’agricoltura.
Nel 2018 aumentano del 70% i terreni bio in Emilia-Romagna; dal 2014 sono 150.600 gli ettari delle superfici iscritte all’albo dei produttori biologici, il 15% dei terreni coltivati. Le aziende bio che aderiscono al Programma per lo sviluppo rurale regionale (Psr), con 130mila ettari sono raddoppiate. L’associazione Panda Carpi ha ritenuto importante creare un’occasione di confronto con un esperto di agricoltura biologica. Domenica 13 ottobre, alle 15,30, presso il centro visite dell’Oasi la Francesa a Fossoli, il dottor Antonio Compagnoni, rappresentante italiano nel Consiglio Europeo di IFOAM – International Federation of Organic Agriculture Movements illustrerà la storia e le prospettive di un modo di coltivare senza veleni in occasione della conferenza Il biologico da 1.0 (ieri) a 3.0 (domani) – Storia e prospettive dell’agricoltura pulita.
 

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