A Lisbona, sognando il Brasile

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Il 27enne carpigiano Francesco Predieri, laureato in Antropologia e con in tasca un Master sui fenomeni migratori e le trasformazioni sociali, da aprile vive a Lisbona, dove lavora in un centro di accoglienza per rifugiati politici.

Francesco, quando e perchè hai deciso di partire alla volta di Lisbona?
“Dopo essermi laureato in Antropologia nel dicembre del 2011, ho frequentato un Master sull’Immigrazione, i fenomeni migratori e le trasformazioni sociali all’Univerità Cà Foscari di Venezia, e dopo un mese e mezzo passato a inviare curriculum vitae senza ottenere nessun riscontro, ho deciso di partecipare al progetto dell’Unione Europea Leonardo da Vinci che offre ai giovani l’opportunità di compiere un’esperienza di formazione e lavoro in un altro Stato europeo. Fortunatamente ho vinto la borsa di studio e, ad aprile, sono finalmente volato a Lisbona”.

Di cosa ti occupi nella capitale portoghese?
“Lavoro come stagista nel Centro di Accoglienza per Rifugiati del Consiglio Portoghese. Nello specifico mi occupo della ricerca dell’alloggio per quei rifugiati che finiscono il loro periodo di permanenza all’interno del centro, cercando per loro case su Internet, prendendo contatti con il proprietario dell’immobile e accompagnando direttamente il rifugiato a vedere l’alloggio. Svolgo poi un ruolo di assistenza e traduzione accompagnando i rifugiati, qualora ve ne sia bisogno, dall’avvocato o all’ospedale. Inoltre mi occupo direttamente dell’approvvigionamento di cibo e vestiti e della conseguente distribuzione all’interno del centro e partecipo alla realizzazione di alcuni eventi come la Giornata mondiale dei bambini, per la quale ho ideato un gioco contenente parole in tante lingue diverse, alla cui realizzazione hanno contribuito con entusiasmo anche i rifugiati”.

Come vivono i giovani a Lisbona e con quali opportunità di studio e di lavoro?
“I giovani lisbonesi hanno le nostre stesse paure in merito alle scarse possibilità occupazionali una volta terminato il percorso di studi. Tuttavia, essendo una capitale, Lisbona ha una dimensione internazionale che lascia aperti maggiori sbocchi di lavoro e permette di conoscere gente proveniente da tutto il mondo”.

La crisi mondiale sta incidendo negativamente anche sull’economia portoghese. Confermi?
“Sicuramente la crisi si sta facendo sentire anche qui in Portogallo. Lo si può percepire parlando con la gente per strada, vedendo molti alloggi invenduti e sentendo le lamentele dei negozianti e dei ristoratori per la scarsa affluenza di clienti negli ultimi due anni. Ma se devo fare un confronto con l’Italia posso dire che qui la depressione economica è vissuta in modo diverso, accettata e arginata con uno spirito d’iniziativa molto spiccato, soprattutto nelle donne, che si sono reinventate nei lavori più svariati. E poi i portoghesi sanno accontentarsi di poco e quindi sono in grado di vivere questa crisi con maggiore positività. Per quanto riguarda l’occupazione è molto difficile riuscire a far coincidere il percorso formativo con quello lavorativo. Molti giovani si stanno adattando a qualsiasi tipo di lavoro pur di mantenersi e, spesso, affiancano l’esperienza di stage con un lavoro serale per potersi pagare l’università. Gli stipendi sono relativamente bassi ma anche il costo della vita lo è; tuttavia sono tanti i giovani che decidono di intraprendere esperienze lavorative all’estero perché qui non hanno soddisfacenti possibilità d’impiego”.

Consiglieresti a un giovane di trasferirsi a vivere Lisbona?
“Per un’esperienza come la mia di stage o di formazione temporanea sicuramente sì. Lisbona è una città stupenda: pur essendo una capitale è a misura d’uomo, vivibile e per nulla caotica. Oltre a quest’aspetto, la città è anche ricca di parchi ed è un perfetto connubio tra il sapore dell’antico in quartieri come Alfama e il fascino della modernità a Baixa-Chiado o Oriente. L’oceano poi è a due passi e si può fare la traversata in battello del fiume Tejo che attraversa la città. Per non parlare della vibrante e variopinta vita notturna che si snoda nelle antiche stradine del Bairro Alto tra osterie, bar, boutique di tendenza e antiche librerie dal sapore retrò”.

Il tuo futuro dove lo vedi?
“Sono molto intrigato dall’idea di intraprendere un’esperienza in Brasile. Vorrei poter continuare a lavorare nel sociale cercando di valorizzare il mio percorso formativo costituendo un’associazione che si occupi di europrogettazione, ovvero di sviluppo e realizzazione di progetti europei, quindi finanziati dall’Unione Europea. Nel frattempo penso a godermi l’ultimo mese qui, Lisboa até o fim”.