La nuova casa dell’acqua ci piace (a metà)

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L’acqua del rubinetto è buona, economica, controllata e non produce rifiuti da smaltire. Malgrado ciò, l’Italia detiene il primato europeo di acqua minerale in bottiglia, ogni anno ne consumiamo 194 litri a testa, e il terzo nel mondo (più assetati di noi soltanto gli Emirati Arabi e i. Messico). Dal momento che, la confezione, in bottiglie di plastica, e il trasporto – principalmente su gomma – dell’acqua minerale hanno enormi ripercussioni sull’ambiente, in termini di emissioni di gas serra e di rifiuti prodotti, abbiamo sempre “tifato” per l’apertura di una Casa dell’Acqua nella nostra città, come nella vicina Correggio. Desiderio esaurito, seppure solo a metà: il 16 aprile infatti, alle 10.30, presso il parco Giovanni Paolo II (Ex Foro Boario già sede del mercato contadino), sarà inaugurata la prima Casa dell’Acqua, collegata alla rete acquedottistica, dell’intero bacino provinciale. Da mesi l’Amministrazione Comunale e Aimag erano impegnati per individuare l’ubicazione, scegliere la migliore tecnologia e svolgere i lavori di allestimento. Peccato però che la “fontana”, che potrà erogare fino a 2.500 litri d’acqua pubblica filtrata, liscia, refrigerata e, volendo, frizzante al giorno, non sarà gratuita come per i comuni del reggiano.
L’acqua infatti costerà 2 centesimi al litro. Una cifra simbolica a fronte del costo della sorella minerale – è stimato che una famiglia di quattro persone spenda per dissetarsi oltre 600 euro all’anno, acquistando bottiglie da 30 centesimi al litro per bottiglia, mentre la stessa quantità di acqua proveniente dall’acquedotto costa solo 2,60 euro all’anno – ma che avremmo preferito si accollasse il Comune. Facendosi carico delle spese di gestione infatti, 12mila euro l’anno, i nostri amministratori avrebbero dimostrato di credere fortemente nel progetto e di voler incentivare il consumo dell’acqua pubblica, come già fanno i Comuni di Campagnola e Correggio. E invece, come ci comunica l’assessore all’Ambiente Simone Tosi, “la scelta provinciale è sì quella di incentivare l’uso dell’acqua dell’acquedotto a scopo alimentare ma non gratuitamente: in fondo anche l’acqua che esce dai nostri rubinetti è a pagamento”. Una filosofia comunque, quella che si cela dietro alla valorizzazione e al consumo dell’acqua potabile in alternativa alle minerali in bottiglia, che prescinde dal mero risparmio procapite. L’acqua del rubinetto è buona e sicura, poiché sottoposta a controlli costanti da parte di Aimag e ai controlli periodici dell’Asl, ci consente di ridurre la produzione di imballaggi e, arrivando senza percorrere nemmeno un metro su strada, evita le emissioni di inquinanti in atmosfera. Un bel modo per far sorridere non solo le tasche, ma anche l’ambiente.