“Ridateci la Remesina”

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“Se il Comune di Carpi non cederà, ripristinando il doppio senso di marcia su via Remesina, valuteremo l’idea di ricorrere alle vie legali”. Questo il lapidario commento del direttore di Ascom Confocommercio, Massimo Fontanarosa, durante l’assemblea pubblica che l’associazione di categoria ha indetto, lo scorso 5 marzo, per confrontarsi con i commercianti – e non solo – le cui attività insistono sull’area oggi fortemente penalizzata dall’introduzione del senso unico. “Non vogliamo attribuire colpe ma è altrettanto vero che i commercianti non possono subire le ricadute di scelte politiche sbagliate. La Bretella nord è un’opera faraonica ma mal concepita – ha commentato il presidente di Ascom, Giorgio Vecchi – che, di fatto, non funziona. I commercianti non possono scontare tale errore progettuale e politico”. Inutile nascondersi dietro alla necessità di garantire sicurezza: il senso unico in via Remesina, da “provvedimento sperimentale è diventato definitivo – ha aggiunto Vecchi – per obbligare residenti e non a percorrere la Bretella. Un senso unico, di per sè, non è sinonimo di sicurezza”, come dimostrano gli “intensificati incidenti che si verificano oggi sull’arteria a causa dell’alta velocità sostenuta dagli automobilisti”, hanno sottolineato i numerosi esercenti e residenti presenti in sala. Da mesi l’associazione ha cercato una mediazione con l’Ente Pubblico, senza però riuscire a “strappare” delle risposte soddisfacenti e concrete, “per tale motivo – ha spiegato Fontanarosa – stiamo valutando di intraprendere l’iter legale. L’Amministrazione non ci sente, non si cura dei bisogni della cittadinanza e dei commercianti; se la loro perseveranza continuerà un referendum abrogativo potrebbe essere una strada perseguibile”, come previsto dallo stesso “regolamento comunale”, ha detto l’avvocato Andrea Alberghini. “Uno strumento che rappresenterebbe una sconfitta notevole per il Comune agli occhi dei cittadini, i quali dovrebbero raccogliere circa 2mila firme per avviare l’iter”.
Ovviamente l’augurio è che non si arrivi a tanto, rilancia Vecchi, “noi ci appelliamo al senso di responsabilità dei nostri amministratori”. Il condiviso e allargato no al senso unico non è “un capriccio, ma un problema reale, da risolvere al più presto. Rendersi responsabili di un calo di fatturato degli esercizi commerciali del 30% (e oltre, in alcuni casi) non è ammissibile”. Il commercio a Carpi conta oltre 4mila addetti, persone che fanno i conti ogni giorno con la crisi economica e la contrazione dei consumi, un’amministrazione illuminata non può metterci il carico da novanta: non ora. “Credo che l’intervento sulla Remesina non sia urgente – ha aggiunto il presidente – quindi chiederemo al Comune un’immediata sospensione del senso unico con una moratoria per un periodo consistente (almeno un paio di anni) per permettere alle attività commerciali di ristrutturarsi e prendere delle decisioni con maggiore calma e non spinti dalla contingenza”. Ascom Confcommercio però non ha intenzione di lanciare il sasso e restare a guardare: “questa è una partita da giocare politicamente. Occorre fare pressione – conclude Vecchi – per ottenere almeno tre obiettivi: completare al più presto il percorso ciclopedonale di via Remesina con l’attraversamento della Ferrovia (vero nervo scoperto della situazione), ripristinare il doppio senso di marcia, interdire l’arteria al traffico pesante (in particolare ai mezzi di “Tred e Aimag”, denunciano i fossolesi) e ridurre la velocità consentita sull’asse stradale”. Stamattina i rappresentanti di Ascom Confcommercio e i commercianti intendono recarsi dal sindaco di Carpi, per consegnargli simbolicamente le chiavi delle loro attività. La speranza è che la sottile metafora venga colta…
Jessica Bianchi

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