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Sono 2.046 gli sfollati a Carpi. Persone che, dal 29 maggio 2012, non vivono più nella propria casa. In prestito da amici, in affitto, in container… ognuno di loro ha cercato una soluzione alternativa sperando che la ricostruzione fosse celere. A un anno di distanza, la lezione l’abbiamo imparata: il terremoto in Emilia ha aperto gli occhi a molti. La nostra efficiente e operosa Regione, completamente impreparata al disastro del maggio scorso, è stata trovata mancante e oggi è schiacciata sotto il peso di scartoffie, pratiche e un eterno susseguirsi di ordinanze. Un elefantiaco apparato burocratico che, di fatto, ha interdetto, a molti, la possibilità di rientrare in casa entro il prossimo Natale. Le abitazioni che hanno riportato le lesioni più gravi infatti, nella maggior parte dei casi, giacciono ancora lì. Abbandonate a loro stesse, stanno scontando i ritardi delle normative regionali. Ingabbiati o abbattuti, questi mastodonti feriti sono i testimoni silenti di un apparato politico che, proclami a parte, poco sta facendo per snellire le pratiche e dare gambe a tecnici e progettisti. Ma qual è la fotografia di Carpi, quattordici mesi dopo il sisma? Lo abbiamo chiesto all’architetto Alberto Arletti, dello Sportello Unico per l’Edilizia del Comune, diretto dall’ingegner Norberto Carboni.
Quante richieste di contributo per ricostruire avete sinora ricevuto?
“Alla data del 10 luglio ci sono pervenute 224 richieste, comprensive di quelle rifiutate e poi ripresentate, per i danni B, C, E”.
Per edifici appartenenti a quali categorie di danno?
“Di queste 224, 19 sono relative a E0 e 9 relative a E1-2-3”.
Quante sono state rigettate poiché ritenute non congrue coi requisiti delle ordinanze? Quali sono gli “inghippi” ricorrenti?
“Le richieste rifiutate sono state 63, generalmente per difformità da quanto previsto dalle ordinanze: errata individuazione dell’unità strutturale, indicazione sbagliata delle unità immobiliari, divergenze tra perizia-progetto e computo metrico ed errori nella compilazione dell’istanza che incidono sul calcolo del contributo”.
Sulle E si è in gravissimo ritardo. Come mai?
“Le E scontano la tempistica della Legge Regionale 16/2012 in relazione alla procedura per l’eliminazione del vincolo e l’autorizzazione a presentare il titolo abilitativo nei casi più gravi di demolizione e ricostruzione e la determinazione comunale delle Unità Minime di Intervento”.
Quanto tempo può passare tra la presentazione della richiesta e il licenziamento della pratica?
“Tra la presentazione della richiesta e l’assegnazione del contributo, i 60 giorni previsti dalle ordinanze non sempre possono essere rispettati, dipende da molti fattori, non ultimo il considerevole numero di richieste rapportato al personale impiegato”.
Quanti dipendenti dell’Ufficio tecnico si stanno occupando delle pratiche legate al sisma? Sono state assunte altre persone grazie all’allentamento del Patto di stabilità?
“I nuovi assunti che si occupano delle richieste di contributo sono 4, con un contratto di 18 ore settimanali; coadiuvati da personale dello Sportello Unico per l’Edilizia e dello Sportello Sismica per quanto riguarda la protocollazione, la firma e la trasmissione atti, l’istruttoria edilizia, lo sportello al cittadino e al tecnico”.
Quante Cambiali Errani sono state emesse dal Comune di Carpi?
“Sono state emesse 71 ordinanze del sindaco per un totale di 3.602.325 euro di contributi assegnati. Di questi, 544mila euro effettivamente rilasciati a lavori terminati o per stati di avanzamento”.
E se il Comune fatica a gestire numeri tanto esigui rispetto alla dimensione reale del problema non osiamo pensare cosa accadrà quando, finalmente, tutti gli sfollati riusciranno a inoltrare la propria domanda di contributo.
Jessica Bianchi