Un altro inverno fuori casa

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L’assessore regionale Giancarlo Muzzarelli, modenese, ritenuto l’uomo forte della Giunta Errani e che da un anno e mezzo si occupa dei danni del terremoto, è stato costretto ad ammettere lo stato non soddisfacente in cui si trova l’opera di ricostruzione. E lo ha fatto sommerso dalle lamentele, dagli ordini del giorno, dalle proteste dei sindaci dei Comuni terremotati ma, soprattutto, da centinaia di sfollati stanchi di sentire le rituali rassicuranti dichiarazioni ufficiali condite da promesse sinora non mantenute. Le visite del presidente Vasco Errani e dei vari ministri si sono succedute nelle piazze dei paesi distrutti, con le abituali, scontate e stucchevoli affermazioni del tipo “tutto tornerà come prima, anzi, meglio di prima, non resterete soli, la ristrutturazione procede secondo i piani prestabiliti”, dichiarazioni che hanno stancato e lasciato l’amaro in bocca alla gente. Promesse vane che non hanno risolto i problemi delle 2.500 persone che si apprestano a trascorrere il secondo inverno nei container di metallo, scatole da sardine, come gli stessi occupanti le hanno definite, fredde e umide, che per essere riscaldate comportano bollette spropositate. E questo perché la Regione non ha voluto provvedere con casette in legno, più sane e confortevoli. “Il nostro obiettivo – ha ammesso Muzzarelli – è smontare i prefabbricati in metallo non prima di due anni e interverremo nei confronti dell’Enel perchè rateizzi le bollette degli sfollati. Ma non siamo aiutati dal Governo. Fortunatamente gli emiliani hanno dimostrato di avere una marcia in più e di sopperire là dove non arriva il pubblico, con una reazione e una capacità ricostruttiva esemplari”. Danilo Malagoli di Rovereto lamenta una bolletta della luce di 570 euro, Cristina Rossin di San Possidonio ha speso 2mila euro per riscaldare la sua baracca, mentre Riccardo Zanini di Concordia afferma che “i moduli abitativi provvisori in metallo, i cosiddetti Map, sono diventati veri e propri ghetti di fronte ai quali il mito dell’efficienza della Regione esce a pezzi”.
Cesare Pradella

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