“Il pensiero di preparare dei piatti per il Papa, non mi fa dormire la notte”

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Tutto è cominciato il 7 maggio scorso quando una donna di Limidi, la mitica Pia Giubertoni, cuoca della Sagra parrocchiale di San Pietro in Vincoli ha avvicinato Papa Francesco in Sala Nervi. Il pontefice transitando al fianco della balaustra, le ha preso le mani e la signora, visibilmente emozionata, gli ha promesso di portargli i suoi tortellini e i tortelli di ricotta e speck: le sue specialità insieme alle lasagne. Piatti che la signora Pia prepara tutto l’anno nel salone parrocchiale e serve ai tavoli della Sagra per la gioia di tutti i commensali.  Pia Giubertoni, 79 anni portati bene, vedova, madre di due figli  già adulti, nativa di Vallalta di Concordia, settima figlia di una mamma prolifica, abita a Limidi dal 1960.  
“Ho sempre lavorato in casa e in campagna – afferma fiera e orgogliosa – ma da giovane sono andata in risaia, in Piemonte, per guadagnarmi da vivere: allora c’era tanta miseria e occorreva arrangiarsi. Cosa che io ho sempre fatto con tanta  volontà e impegno riuscendo a far crescere i miei due figli”. Pia ha sempre dedicato tempo anche alla parrocchia “vista la mia grande fede, occupandomi principalmente della cucina, l’attività che prediligo. Per molti anni poi  mi sono recata nella Casa vacanze estiva di San Vito di Cadore,  avendo così la possibilità di vedere per la prima volta le Dolomiti”.
Ma come è nato il viaggio in Vaticano?
“Sono partita insieme ai volontari dell’Associazione Medici con l’Africa, Ong che ha sede a Padova ma è presente da tempo anche al Ramazzini di Carpi e di cui  fa parte il medico pediatra Paolo Lanzoni. Il sodalizio quando deve organizzare cene di solidarietà con centinaia di presenti, chiede ospitalità alla nostra parrocchia e così entriamo in campo noi cuoche volontarie. In 50 solieresi abbiamo viaggiato di notte in pullman, per recarci in Vaticano insieme al nostro parroco don Antonio Dotti.
In Sala Nervi, che avevo visto solo in televisione e mi ha impressionato per la sua vastità e bellezza,  casualmente, ho visto il papa avvicinarsi a me dal momento che ero appoggiata alle transenne: ho potuto toccarlo, prendergli le mani e parlargli. Un’emozione forte e un’esperienza unica mai vissuta prima nella mia vita”.
E ora la cuoca di Limidi attende con ansia di poter tornare a Roma per consegnare nella mani di Francesco le specialità che gli ha promesso. “Adesso ci penserà il nostro parroco a organizzare il prossimo viaggio per poter incontrare nuovamente il Papa e consegnargli di persona i miei tortellini e i miei tortelloni. Il pensiero di preparare dei piatti per lui, non mi fa dormire di notte”.
Cesare Pradella