La Carpi del Boom

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Domenica 11 settembre, alle 11, l’imprenditore carpigiano Gigi Filiberti presenta il suo nuovo libro Rospi e farfalle, testo autobiografico sulla Carpi del boom economico, della maglia e delle confezioni. Introduce Mauro D'Orazi, autore de La Bella Carpi, prefazione del libro.
“Parlare di Gigi Filiberti è parlare di un’icona di Carpi… La Carpi del boom economico – si legge nella prefazione – del “posso e voglio”, del benessere diffuso, della Dolce Vita al Bar Roma, delle strade in periferia con decine e decine di piccoli laboratori artigianali conto terzi. La Carpi dell’orgoglio di uscire dai penosi anni della Guerra e della forte aspirazione di riscatto dalla povertà antica e diffusa, intesa fino ad allora come uno “stato delle cose”; a gh éera i sgnóor e i puvrètt… Carpi dopo il 1945 era una grande lavagna su cui progettare, un quadernone su cui scrivere nuove idee da realizzare, un secchio e una cazzuola con i quali costruire la cosa più ambita: una casa propria! Una bella scommessa! Un sindaco comunista, Bruno Losi, ma capace e lungimirante, ebbe l’intuito di agevolare l’iniziativa privata, da quella minuscola a quella che divenne strutturata e imprenditoriale.
La tradizione del truciolo, un’industria consolidata e fiorente fino agli Anni ’20, riprese fiato rinnovandosi con la maglieria e le confezioni.  All’ inizio degli anni ’50 la “macchina” si rimise in moto e, cosa importante, a gh n éera pèr tutt! Si improvvisava, si otteneva un aiutino dalla banca, che allora aveva i funzionari locali che conoscevano la gente di cui potevano fidarsi, si cercavano i clienti nei modi più fantasiosi e tenaci. Insomma a s èggh dèeva da tóoren.
È in questo contesto che troviamo figure come Gigi Filiberti, che univa alla voglia di fare, ingegno, fantasia, capacità imprenditoriali. In molti hanno successo… e tanto… e come conseguenza esplode anche la Carpi del bon vivre… Ecco allora il Bar Roma, in Piazza, pieno di nuovi ricchi carpigiani, serviti dai migliori camerieri di sempre in giacca bianca, come la famosa panna montata a banco della signora Nelve…
I giovani magliai si incontravano per l’aperitivo, si raccontavano e si vantavano delle ultime imprese produttive, parlavano eccitati e divertiti di gioco d’azzardo, di donne da night, “altine e perdute” (cit. canzone da Lucio Dalla), contese a suon di bigliettoni in aste improvvisate, con offerte a puntiglio all’estremo rialzo… Gli aneddoti dei ruggenti Leoni passavano di bocca in bocca, si diffondevano e diventavano… leggenda. Leggende che ancora oggi rimangono nelle memorie di chi ha vissuto quel periodo e quei luoghi, anche di chi le ha ascoltate con stupore…
Gigi rappresenta appieno la seconda generazione del boom carpigiano, coloro che praticavano e realizzavano la filosofia epicurea del carpe diem, o meglio… carpidiem anni ’70”.
In questa sua ultima fatica letteraria, Gigi Filiberti “racconta la bella Carpi, con luci e ombre: la città che ha vissuto.
Chi leggerà queste pagine avrà un quadro della bella Carpi che è, più che nei nostri ricordi, nel nostro cuore.
Saranno più i Rospi o le Farfalle? All’attenta lettrice e al complice lettore l’arduo responso”.

 

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