Francesco Venturoni, 33enne di Carpi, si è abituato in fretta al caldo torrido di Dubai da quando, nel 2012, ha deciso di andarvi a vivere. Forse perché la sua vita la conduce sospeso tra cielo e terra lavorando come assistente di volo per una nota compagnia aerea della metropoli del deserto.
“Dopo un contratto in banca non rinnovato – racconta Francesco – e diverse esperienze di lavoro all’estero, prima in Australia, poi in Nuova Zelanda e, in seguito, in Sud America, nel 2011 sono rientrato in Italia deciso a trovare un buon lavoro. I desideri però, spesso, si scontrano con la realtà e quando pochi mesi dopo un amico fiorentino conosciuto in Australia mi disse che una nota compagnia area di Dubai stava facendo le selezioni per assistenti di volo a Firenze non ci pensai due volte. Dopo tre giorni di test attitudinali e lavoro di gruppo ricevetti la chiamata: mi avevano scelto tra decine e decine di candidati. Così, nel febbraio del 2012, ho fatto le valigie e mi sono trasferito a Dubai per fare ciò che mi piace di più in assoluto: viaggiare”.
Come è stato l’impatto con la metropoli medio-orientale?
“E’ stato positivo sin da subito. Apprezzo la sua dimensione incredibilmente cosmopolita. Qui vivono circa due milioni di persone provenienti da ogni angolo del mondo e nonostante sia in Medio Oriente è una città molto occidentale: non mancano ristoranti internazionali, hotel di ogni tipo, bar, pub e discoteche per ogni gusto. Ci sono regole e leggi ferree che tutti rispettano, (per esempio è vietato guidare anche solo dopo aver sorseggiato una birra) e zero criminalità. In generale vige un gran senso del rispetto reciproco”.
Cosa ami di più della tua vita a Dubai?
“Considerato il mio tipo di lavoro perennemente sospeso tra cielo e terra non conduco certo una vita routinaria. Quando ho la giornata libera a Dubai mi circondo dei miei fantastici amici, quasi tutti colleghi italiani, con cui organizziamo spesso giornate al mare, in piscina o serate fuori. Ci divertiamo molto tra noi. Provenendo da diverse regioni italiane abbiamo imparato a sorridere delle nostre piccole differenze culturali e dei nostri accenti completamente differenti. I miei amici qui sono la mia “famiglia acquisita” e senza di loro probabilmente la mia vita a Dubai non avrebbe lo stesso sapore. Dell’Italia mi mancano molte cose: la mia famiglia in primis che comunque sento quotidianamente, gli amici, il cibo, la possibilità di fare una passeggiata in un centro storico e la natura. Detto questo sono anche molto deluso per la situazione italiana in generale: è un Paese che potenzialmente ha tutto, potrebbe essere la punta di diamante dell’Europa intera e invece si trova in una grave crisi economica e identitaria dalla quale non so come, nè quando, riuscirà a uscire”.
Progetti per il futuro?
“Sono fiero e orgoglioso di essere italiano, ma per il momento non ci penso proprio a tornare. Il mio progetto futuro è rimanere qui a Dubai e continuare a lavorare per questa compagnia che offre tante possibilità di crescita anche al di fuori dell’ambito di assistente di volo. Vedremo… ho imparato a vivere alla giornata e per il momento sono contentissimo così”.
Chiara Sorrentino