Timbuktu secondo uno dei maestri del cinema africano

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Si terrà sabato 21 novembre alle 21 in Auditorium della Biblioteca Loria a Carpi, la proiezione di Timbuktu, acclamata pellicola di uno tra i massimi esponenti della cinematografia africana Abderrahmane Sissako, nell'ambito della rassegna Mondi arabi, promossa da Gruppo Fotografico Grandangolo BFI e Biblioteca Multimediale Arturo Loria, in collaborazione con il Circolo cinematografico Il cinema del carbone e con il patrocinio di Comune di Carpi e FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche).
Il film, candidato agli Oscar come miglior film straniero nel 2014 e la cui visione sarà gratuita, è ambientato a poca distanza da Tmbuktu, dove domina la polizia islamica, impegnata in una jihad in cui divieto si aggiunge a divieto. Qui, sulle dune del deserto, vive tranquilla una famiglia: sotto un'ampia tenda Kidane, Satima e la loro figlia Toya possono solo cogliere dei segnali di quanto accade in città. Tutto però muta tragicamente il giorno in cui il loro pastore dodicenne si lascia sfuggire la mucca preferita che distrugge le reti di un pescatore nel fiume che scorre tra la sabbia. L'animale viene ucciso e Kidane non accetta il sopruso. Non è un film anti-islamico quello di Sissako, quanto piuttosto un grido di allarme lanciato a un Occidente spesso distratto, salvo quando si presentino episodi mediaticamente rilevanti e talaltra incline a pensare che in fondo l'integralismo sia una rivolta contro i secoli di colonialismo e che nasca dall'interno delle varie realtà nazionali. Nulla di tutto ciò risponde a verità, questo il messaggio del regista: siamo di fronte a un'oppressione che arriva da fuori e prende a pretesto una supposta fede per sottomettere intere popolazioni. Non resta allora alle nuove generazioni che fuggire come gazzelle dinanzi a belve assetate di sangue infedele oppure, come ci viene proposto in una sequenza al contempo di grande forza ed eleganza, di continuare a giocare una partita proibita. Anche se non c'è il pallone.
La proiezione sarà preceduta dall'introduzione di Giuseppe Gariazzo, esperto di cinema africano e arabo.
“Dopo i terribili fatti di Parigi diventa ancor più importante – commenta il presidente del Gruppo Fotografico Grandangolo BFI Danilo Baraldi – proporre occasioni di riflessione condivisa per cercare di problematizzare il discorso, comprendendo che quando si pala di mondo arabo e di Islam non si sta parlando di un blocco monolitico, ma di una miriade di situazioni, storie e realtà tra loro intrecciate. Occorre che tutte le donne e gli uomini di buona volontà, animati dal sincero desiderio di capire per non arrendersi all'orrore e alle risposte dettate dall'emotività e dalla paura, possano approfondire una tematica importante e delicata, e l'arte è una delle vie maestre per affrontare questo percorso”.
Al termine di ognuno degli incontri della rassegna sarà possibile visitare Volti e storie dalla Primavera araba, la mostra degli scatti di Aldo Soligno inaugurata lo scroso sabato 14 novembre.
 

 

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