O il velo o il lavoro

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Ha un aspetto dimesso, la voce calma, il tono gentile. Non si toglie il cappotto, non si vuole fermare a lungo. Giusto il tempo di dire quello che ha vissuto e che lei non ci sta, nonostante i suoi le abbiano detto che è inutile. Ha 21 anni e dal 2015 risiede a Carpi ma è cresciuta nel mantovano dove è arrivata all’età di tre anni e dove ha frequentato le scuole fino al diploma di ragioneria.
“Quando ho letto l’annuncio, ho pensato di rispondere perché sto cercando lavoro da circa un anno. Ho telefonato per fissare un appuntamento e nel giorno prefissato mi sono presentata”. Parla perfettamente l’italiano, per questo quando è entrata nel ristorante e la titolare cinese l’ha vista, non ci voleva credere. “Mi ha detto: no, no. Non puoi fare la cameriera. Tu mi spaventi i clienti. Io credevo che tu fossi italiana. Ho capito subito che si riferiva al velo che porto perché sono musulmana. Era contrariata dal fatto che fossi straniera e ancor più dal fatto che portavo il velo”. Quello che indossa le incornicia il viso ed è color rosa a tinta unita. “Mi ha lasciato parlare e si è resa conto che ho un bel modo di fare e allora si è ricreduta e ha insistito per assumermi come cameriera: solo però se ti togli il robo”.
Non nasconde l’amarezza la giovane 21enne, perché “avrei capito le sue ragioni se mi avesse fatto notare che la mia preparazione non era adeguata e che non avevo frequentato un istituto alberghiero. Se fosse stato un problema di competenze mi sarei mio malgrado rassegnata. Ma non per il velo. Io non spavento nessuno. Non sono un mostro”.
E, ancora, sottolinea che “uno deve essere giudicato per quello che è e che sa fare non per quello che porta in testa o per come è vestito”.
Dall’infanzia vive in Italia, ha frequentato luoghi pubblici, ha tanti amici italiani ma non ha mai avuto problemi legati al velo.  “Si tratta di una mia scelta, legata alla mia fede e l’ho sempre portato. Non posso rinunciarci”.
Non vuole farne un caso personale e cercherà un altro impiego. “Io voglio rendere pubblico ciò che è successo per tutte le ragazze che si sono trovate nella medesima situazione e non hanno avuto il coraggio di parlare. La Costituzione non vieta alle donne col velo di lavorare anzi riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e tante donne col velo hanno una occupazione. Però c’è anche chi ci complica la vita”. Sorride quando ricorda il suo professore di prima superiore che, alla studentessa pakistana prima della classe, al termine dello stage, disse: se tu cambiassi il modo di vestire e io avessi un’impresa, ti assumerei…
Sara Gelli

 

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