La ritenzione idrica, ovvero la tendenza ad accumulare liquidi negli spazi interstiziali o intercellulari dell’organismo, riguarda soprattutto le donne, tanto che il 30% circa delle italiane ne sono affette. Il ristagno dei liquidi è superiore nelle zone predisposte all’accumulo di grasso quindi nell’addome, nelle cosce, nei glutei, nelle gambe e nelle caviglie. Lo scorso 17 aprile, presso il Club Giardino, il chirurgo vascolare, dottor Francesco Rametta, ha illustrato alcune semplici strategie per prevenire tale patologia, nel corso di un evento promosso dal poliambulatorio FKT. “Il segno principale della ritenzione idrica – ha spiegato il dottor Rametta – è l’edema, una condizione in cui l’accumulo di liquidi nei tessuti causa un anomalo rigonfiamento. Tra le sensazioni più comuni legate a questo fenomeno vi sono gambe stanche, pesanti, doloranti e gonfie”. Per capire se si è interessati da questo problema, è sufficiente premere con forza il pollice sulla parte anteriore della gamba per un paio di secondi: se, dopo aver tolto il dito, l’impronta rimane ben visibile, si è con tutta probabilità in presenza di edema. Tra le cause principali della ritenzione idrica vi sono uno scorretto stile di vita (dall’inattività fisica al fumo, dai tacchi a spillo agli abiti troppo stretti), cattive abitudini alimentari (il consumo di cibi ricchi di sale, fritti, carne rossa, burro, cioccolato, liquirizia, quando invece sono consigliati frutta e verdura come cetrioli, pomodori e peperoni, formaggi leggeri non stagionati, pane o cereali integrali, cipolle crude o cotte e almeno due litri d’acqua al giorno) e stress. Altre cause rimandano invece a patologie quali quelle cardiache, del sistema linfatico, epatiche, renali, intolleranze alimentari, allergie, farmaci o malattia venosa cronica. “Per prevenire la ritenzione – ha proseguito il dottor Rametta – l’attività fisica è ovviamente consigliata. Ma, al contrario di quel che si potrebbe pensare, non tutti gli sport sono adatti. Sono infatti sconsigliate tutte le discipline che comportano un eccessivo stimolo cardio-circolatorio, praticate cioè con frequenza cardiaca costantemente elevata, e l’attività fisica anaerobica come spinning e pesistica, con sforzi intensi e di breve durata, che provocano ritenzione di acqua, almeno nelle prime ore che seguono l’esercizio. Da evitare anche sport come tennis e pallavolo poiché determinano eccessivi impatti con il terreno, cosa che potrebbe compromettere, in soggetti predisposti, il buon funzionamento del sistema linfatico e venoso”. Lo sport ideale per favorire un buon drenaggio dei liquidi è l’attività fisica aerobica moderata, che determina un massaggio naturale sul microcircolo, utile per stimolare il ritorno venoso e la rimozione dell’edema. In genere, dunque, lo sport più indicato è una camminata veloce, il cosiddetto fit walking, da effettuare in un percorso pianeggiante, senza far aumentare troppo la frequenza cardiaca e utilizzando una scarpa da ginnastica specifica. Utili, a questo proposito, anche la bicicletta su strada o la cyclette, da utilizzare sempre senza sforzi cardiovascolari e muscolari eccessivi, con velocità moderata e non in salita. “Le attività fisiche acquatiche come nuoto e ginnastica in acqua sono poi particolarmente indicate, poiché comportano il vantaggio del massaggio dell’acqua sulla cute e sul derma, una sorta di linfodrenaggio naturale che migliora la micro circolazione e stimola gli scambi extra cellulari”. Oltre a queste buone prassi, vi sono rimedi naturali come le piante che hanno un’azione diuretica, drenante e anti-infiammatoria, quali leucocianidine, bromelina, meliloto, pilosella, te verde, betulla, ortosiphon o Te di Giava e tarassaco. Indicati anche il drenaggio linfatico manuale, la contenzione tramite bende e tutori elastici, la pressoterapia e la tecar linfatica: attraverso l’applicazione di calore svolge un’azione anti-infiammatoria, vaso-dilatoria e di attivazione linfatica.
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