Escorpio crea dipendenza. Quando entri nel tunnel, è finita!

0
853

Escorpio crea dipendenza. Quando entri nel tunnel, è finita”. Ridono alcuni rappresentanti del Team Zero C dell’Itis Leonardo da Vinci nel raccontare il prototipo elettrico che, anche quest’anno, gareggerà alla Shell Eco marathon. “Dopo la storica vittoria della scorsa edizione – spiega il team manager Gianmarco Scalabrini – sentiamo forte la tensione ma c’è ancora molto lavoro da fare”. Nel laboratorio di meccanica dell’istituto c’è un gran lavorio e poco importa se, quando ci incontriamo, la maturità è alle porte, Escorpio dev’essere perfetto per la competizione londinese. “Questo progetto è nato dodici anni fa grazie alle sollecitazioni dei due insegnanti Stefano Covezzi e Marco Vidoni. Da allora, test dopo test, prova dopo prova, e dopo molte teste sbattute contro il muro – sorride Gianmarco – Escorpio è cresciuto. Ogni sfida ha rappresentato il pretesto per fare di più e meglio. Ogni ostacolo ci ha dato la possibilità di trovare nuovi spunti e opportunità: non ci siamo mai arresi”. Il Team, composto da una trentina di studenti, “è una grande famiglia allargata”, unita dalla medesima passione: “il legame che ci unisce è forte. Siamo come fratelli. Tra noi c’è un continuo scambio di conoscenze. Oltre le diverse classi, aldilà dei differenti indirizzi. L’ambiente è accogliente, aperto a tutti, dove i più grandi danno una mano ai più piccoli”, prosegue Gianmarco. Pomeriggi e serate di intenso lavoro che, spiega Nicola Capone, “ti consentono di applicare concretamente ciò che impariamo quotidianamente a lezione. Io sono entrato nel team mentre frequentavo il biennio e, l’anno successivo, quando mi sono iscritto a Elettronica, sentivo di avere una marcia in più rispetto ai miei compagni, grazie alle conoscenze e, soprattutto, alla manualità, che avevo acquisito lavorando su Escorpio”. Insomma un’ottima occasione per “ridere, scherzare, parlare di motori e imparare qualcosa di nuovo”, aggiunge Matteo Dianati. Ma non pensiate che Escorpio sia solo una questione da maschi: “il nostro secondo pilota è una ragazza”, affermano orgogliosi i componenti del Team. Terezia Oprica – che si aggiunge a Gioele Goldoni – è “sgaggia, siamo davvero felici che sia dei nostri e si sia buttata nella mischia”. Escorpio è un “toccasana”, raccontano i ragazzi: “noi vogliamo imparare, abbiamo voglia di studiare e di metterci in gioco. Puntiamo in alto – aggiunge Gianmarco – e speriamo di vincere ancora”.

“In questa gara non vince chi va più veloce, bensì chi consuma meno energia. Lo scorso anno ce la siamo giocata fino all’ultimo joule e, al quinto tentativo, quando ormai non ci speravamo più, abbiamo vinto effettuando una brillante prestazione, con 753.2 km/kWh”, sottolineano Stefano Covezzi e Marco Vidoni.

Escorpio, coi suoi 27 chilogrammi di tecnologia, è un vero gioiellino sia dal punto di vista elettronico che meccanico: “il veicolo – sicuro, affidabile e in grado di reggere agli urti – è dotato di un circuito di controllo sviluppato e realizzato interamente da noi, ovvero un driver che ha il compito di erogare in modo controllato la corrente elettrica che arriva al motore, minimizzando così gli errori del pilota. Escorpio è poi dotato di tutti gli accorgimenti necessari affinché opponga la minor resistenza possibile. Leggerezza e scarso attrito, infatti, – spiegano i ragazzi del Team – consentono un minor consumo di energia e garantiscono una migliore prestazione in pista”.

Gli studenti possono inoltre contare su un software in grado di simulare la performance di gara in base a vari parametri come, ad esempio, la pendenza del tracciato: “il software stabilisce la nostra strategia e il pilota deve applicarla alla lettera, dando la giusta dose di gas al momento opportuno. La componente umana è dunque fondamentale”.

La partenza per Londra è fissata il 3 luglio e l’adrenalina è alta: “i team partecipanti saranno 150 provenienti da tutta Europa e un paio dal Nord Africa. Noi saremo in campeggio, accompagnati dai nostri insegnanti, e sarà di certo un’esperienza fantastica. Parlare in inglese o cimentarsi con altre lingue è stimolante e dal confronto con i ragazzi di altri Paesi nascono sempre scambi e idee interessanti. Negli anni passati abbiamo stretto dei bei rapporti, persino col team spagnolo Eco – Dimoni, nostro rivale”.

Tanti studenti che si sono diplomati, nonostante gli impegni universitari, continuano a frequentare il Vinci per mettere le mani in pasta, tra loro vi è Christian “Magneto” Veronesi: “non siamo tutti gli uni contro gli altri. Certo – ammette Christian – durante la gara c’è una bella competizione ma ci si aiuta a vicenda ed è proprio questo spirito solidale che rende così straordinaria la partecipazione alla Shell Eco marathon”. A ogni studente sarà affidata una mansione specifica e a cucinare per tutti ci penserà Massimiliano Borsari: “cuoco provetto e ottimo meccanico”, lo descrivono gli amici. “Lo scorso anno, in occasione della festa finale, ho fatto il gnocco fritto – ricorda Massimiliano – un sacco di ragazzi sono venuti ad assaggiarlo e la nostra esperienza si è conclusa nel modo migliore, mangiando gnocco e salame con studenti da ogni parte d’Europa”.

“Questo – conclude Vidoni – è un progetto impegnativo, che viene condotto durante tutto l’anno scolastico, di pomeriggio, di sera, senza orari, soprattutto quando si avvicina la data della gara. In questi anni abbiamo lavorato duro, abbiamo messo in campo le migliori forze del nostro Istituto, sempre sostenuti dai dirigenti che si sono succeduti. In vista della partenza dobbiamo mettere a punto gli ultimi dettagli per perfezionare il veicolo”.

“Come sempre – ammette Gianmarco Scalabrini – ci porteremo via mezza officina per poter essere preparati ad affrontare qualsiasi evenienza si dovesse presentare. Di certo non molleremo. In fondo, anche lo scorso anno, l’ultima notte, ancor prima di sapere se ci sarebbe stato concesso il quinto tentativo ed eravamo rassegnati a dover restare sul secondo gradino del podio, dietro agli spagnoli, non ci siamo dati per vinti.

Anziché cenare abbiano alleggerito ulteriormente il mezzo e lanciato una nuova strategia… il giorno successivo, i nostri sforzi sono stati ripagati”. “Abbiamo sperato nell’ultimo tentativo e, alla fine, è stata magia…”, sorridono Nicola ed Enrico Maini.

Li lascio carichi di entusiasmo dentro a un’officina che sembra un forno. Riuniti intorno a Escorpio, ancora sventrato, ognuno sa cosa deve fare. Su tutti loro vigila la paperella simbolo della Shell Eco marathon, perché un pizzico di scaramanzia non fa mai male…

Jessica Bianchi

clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp