Con tanta forza di volontà e coraggio, Valerio si è diplomato

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Nella vita ti diranno: Non ce la farai. Allora tu girati e rispondi: Guarda come si fa”. Una frase che il novese Valerio Grillenzoni ama particolarmente e, da quando l’ha letta, in quelle parole ha rivisto se stesso, la sua tenacia, il suo coraggio, la sua forza per oltrepassare le barriere della disabilità. E quella frase è diventata il suo motto, tanto che i suoi genitori, per fargli una sorpresa, gliel’hanno fatta trovare scritta su uno striscione all’esterno della scuola in occasione della prova orale della maturità, sostenuta da Valerio il 27 giugno presso l’Itis Leonardo da Vinci di Carpi, dove si è diplomato con 72/100. Valerio, 19 anni a settembre, è affetto da tetraparesi spastica da paralisi cerebrale infantile. Una disabilità grave, provocata da una crisi cardio-respiratoria avvenuta pochi giorni dopo la sua nascita che comunque non gli ha impedito di coltivare la sua passione e coronare il suo sogno. “Ora sei maturo” gli dice soddisfatta la mamma, Patrizia Moretti: si guardano e sorridono, tradendo una dolcezza e una complicità davvero invidiabili. “E’ stata dura lo ammetto, gli ostacoli da affrontare sono stati numerosi, in primo luogo la fatica di alcuni insegnanti ad accettare il fatto che Valerio potesse seguire una programmazione normale, benché semplificata. La neuropsichiatra ci ha sempre ripetuto che il suo quoziente intellettivo è assolutamente nella norma. Certo ha bisogno di più tempo, ma i risultati che può raggiungere sono gli stessi degli altri ragazzi. Abbiamo combattuto molto ma, alla fine, ce l’abbiamo fatta”. “Io volevo andare a scuola per imparare – precisa Valerio – e non per passare il tempo. Desideravo soprattutto approfondire la conoscenza delle materie che amo, matematica e informatica. E’ stata una bella avventura ma all’inizio è stato un po’ difficile ambientarmi. Una fatica durata appena un giorno: il primo. Dopo la scuola sono tornato a casa dai miei genitori demoralizzato: nessuno mi parlava e allora ho deciso di non cedere alla timidezza e già dal secondo giorno sono andato a scuola determinato a farmi avanti e a rompere il ghiaccio. Da quel momento i miei compagni sono diventati amici”. Insegnanti, tutor, personale Ata (in particolare Carmelo e Giovanni), sono tante le persone che Valerio vorrebbe ringraziare una a una. Tutte hanno contribuito alla realizzazione di un sogno culminato con l’esame di maturità. Una prova importante per tutti i ragazzi, ancor di più per chi ha faticano il doppio per arrivarci. All’orale si è presentato con jeans, camicia nera e cravatta, elegantissimo, sguardo serio e concentrato. Ad accoglierlo tutti gli insegnanti che nei cinque anni lo hanno affiancato e una bidella con una rosa. Ma lui non ci ha pensato un attimo e li ha lasciati tutti fuori ad attenderlo. Loro e i suoi genitori, Patrizia e Massimo, i suoi angeli custodi, fuori con lo striscione. Gonfi d’orgoglio. E proprio come la frase che a lui piace tanto, Valerio ha dimostrato coi fatti di farcela e come, spesso, la disabilità sia solo negli occhi di chi guarda. Tanto che, aldilà delle barriere e delle inevitabili difficoltà pratiche, comunque superabili, ora c’è un altro sogno da inseguire: quello dell’Università. “Vorrei tanto fare Ingegneria informatica”. Per Valerio presto inizierà una nuova grande avventura.
Federica Boccaletti

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